
Giunti Editore
Traduzione di Chiara Baffa
Dedicato a mio padre, che mi ha insegnato a leggere e che non mi ha mai fatto mancare i libri.
Tracy è una redattrice sportiva, sta attraversando il Lago Champlain quando vede un fagotto cascare giù da un traghetto. Non ha il tempo di capire se è solo un sacco oppure un bambino, nel dubbio si lancia nelle acque gelide e nuota più forte che può. Ha inizio così una storia piena di amore e paura, di lati oscuri che affiorano poco per volta portando il lettore a combattere con la protagonista.
Il fagotto gettato dall’imbarcazione si chiama Paul e ha circa sei anni. “Se qualcuno buttasse un bambino in un lago e sapesse che è sopravvissuto, verrebbe a cercarlo?” è questo il pensiero di Tracy, motore che muoverà i giorni verso ricerche che possano restituire una famiglia al bambino.
La situazione però, è più complessa di quanto si possa immaginare, Paul è stato vittima di un rapimento, epilogo di un brutto giro di “affari”. Il salvataggio è solo il primo dei tanti gesti di coraggio che compirà Tracy. Il New York Times definisce il libro di Sara J. Henri, il “perfetto mystery romantico ad alta tensione”. La scrittrice, infatti, districa abilmente la trama in cui assistiamo alla crescita della protagonista stessa, la quale esprime il suo essere donna trovando il senso della maternità e forse, un amore maturo, pronto a essere vissuto davvero, non come con il paziente Thomas.
Le indagini iniziano cercando di mettere insieme i pezzi, senza tralasciare la giusta dose di dubbio nei confronti di tutti i personaggi. Tracy si dà da fare combattendo con un latente senso di colpa: “La decisione di non portare Paul alla polizia non spettava a me” e “Ero stata io in qualche modo a condurre lì i rapitori?”.
Un’appassionante storia che ha guadagnato nel 2012 l’Anthony Award for best first novel, l’Agatha Award for best first novel e il Mary Higgins Clark Award.
Twitter: @Neri_Noemi