As if to Nothing, alla ricerca della memoria perduta

[rating=5] Oltre. Oltre la danza, il linguaggio teatrale e musicale. Ma non oltre i ricordi che, come un fluire di onde, ritornano impietosi, violenti, o lontani e offuscati, e per questo sembrano fare meno paura. E’ la performance di danza contemporanea As if to Nothing alla sua prima rappresentazione europea al nuovo teatro dell’Opera di Firenze, che ha chiuso l’edizione 2014 del Festival Fabbrica Europa.

As If To Nothing indaga la precarietà dei ricordi con una coreografia piena di forza e al tempo stesso delicata, creata dal pluripremiato coreografo tibetano Sang Jijia, e magistralmente interpretata dall’acclamata City Contemporary Dance Company (CCDC) di Hong Kong. As If To Nothing ha vinto due premi all’Hong Kong Dance Awards 2010: “Per la rilevanza come produzione di danza” e “Per lo straordinario risultato coreografico”.

As If To Nothing è una performance di danza sulla memoria, di ogni momento delicato della vita, dove i ricordi sembrano allo stesso tempo così vicini e così lontani, ma inesorabilmente assorbiti dal tempo. E lungo il nostro cammino, nella lotta tra il ricordare e il dimenticare, si perdono nomi, si distorcono i volti: Quello che è stato, non sempre lascia traccia – si legge nel libretto di scena –  quello che si trova dopo non è sempre il luogo dove si voleva andare. Il tempo può distruggere molte cose, soprattutto i nostri ricordi. Sempre, lentamente, offuscati dall’inerzia…

Sul palco del nuovo teatro dell’Opera Firenze quattordici giovani ballerini si muovono in un flusso continuo, intervallato da momenti di frammentazione e sospensione, dentro una scenografia mobile, accompagnati da proiezioni video che distorcono le immagini. Il tutto sottolineato dalla musica elettronica live del compositore Dickson Dee.

Attraverso danze energiche e calibrate, che si traducono in scontri violenti ed equilibri spesso precari, si muovono i danzatori: in alcuni momenti li sentiamo gridare parole incomprensibili, come in un tentativo di comunicazione che si rivela però inutile, lasciando il posto all’azione dell’interprete. Tutti sul palco si muovono come un perfetto meccanismo a orologeria, ed è solo verso la fine dello spettacolo che ci troviamo di fronte ad un rallentamento, tutto si stempera, e sul palco vediamo una danza classica, densa di compassionevole tenerezza.

As if to Nothing

Le riprese live di Adrian Yeung mostrano i danzatori da diverse angolazioni e creano un gioco di prospettive multiple che si trova a tratti anche nella coreografia, con sequenze diverse che si sviluppano in parallelo. Le immagini talvolta sono deformate, ingigantite, raddoppiate – attraverso occhi che sembrano cercare chissà cosa – e che ricreano un gioco di prospettive multiple. Ecco quindi che ci troviamo di fronte ad una coreografia di Sang Jijia fortemente cinetica, con un movimento che scorre senza sosta e che richiede ai danzatori – tutti dotati di una tecnica impressionante – di contorcere incessantemente ogni parte del loro corpo.

Infine la scenografia, una scatola geometrica e mobile, che si apre e si chiude incessantemente: è la memoria, questa “casa scomponibile” che interagisce con i corpi dei danzatori, diventando di volta in volta un ostacolo o un appoggio, una finestra dietro alla quale nascondersi o dalla quale affacciarsi furiosamente.

Ricordi che si rincorrono, che ci martellano, che si nascondono, che si affievoliscono. E la performance si conclude così, con il danzatore che si lascia cadere all’indietro, ma ha alle sue spalle qualcuno pronto ad accoglierlo. La memoria, che ci dà la possibilità di rivivere momenti passati, come l’antico sapore della madeleine, attraverso un flusso continuo di coscienza, che tutto percuote: sentimenti, passioni, ed emozioni. Per andare oltre.

Coreografia e scene di Sang Jijia, compositore e musica live Dickinson Dee, Live Video Artist Adrian Yeung, direttore artistico CCDC Willy Tsao.

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