
[rating=2] L’impressione più forte che ho avuto vedendo Youth – La giovinezza, l’ultima opera di Paolo Sorrentino, è che lavorare con gli “stranieri” non giova granché al nostro cineasta premio Oscar: in questo film – una coproduzione italo-anglo-franco-svizzera con attori americani e inglesi – il grandissimo talento registico di Sorrentino sembra come frenato, “raffreddato”, e un’impressione simile l’avevo avuta vedendo anche il suo This must be the place(una coproduzione italo-franco-irlandese con attori americani).
Youth – La giovinezzale intuizioni e le invenzioni visive tipiche di Sorrentino non mancano, ma sono poche e per di più risultano disperse in un flusso narrativo di immagini abbastanza convenzionale, che non riesce a sedurre e a “inebriare” fino in fondo.
La storia – un anziano compositore e direttore d’orchestra in pensione (interpretato da Michael Caine) si trova in un lussuoso hotel in Svizzera per trascorrere una vacanza, durante la quale la sua vita si intreccia con quelle di sua figlia che è anche la sua assistente (Rachel Weisz), di un suo vecchio amico regista che sta lavorando alla sceneggiatura del suo film-testamento (Harvey Keitel)e di un attore che si trova lì per preparare il suo prossimo personaggio (Paul Dano) – non è particolarmente coinvolgente e avvincente, nonostante la presenza di tutti questi grossi calibri cinematografici (ai quali si aggiunge l’altro grosso calibro Jane Fonda nel ruolo di un’attrice molto famosa e molto scurrile).
E, proprio a proposito del cast stellare, il livello qualitativo della recitazione dei protagonisti è buono ma non straordinario: tra Caine e Keitel quello che se la cava meglio è il secondo, e la Weisz è brava soprattutto nell’intenso monologo con il quale il suo personaggio rinfaccia al padre tutte le sue colpe nei confronti della madre. Complessivamente, i personaggi secondari – la massaggiatrice con l’apparecchio ai denti, il sudamericano obeso che ricorda molto il Pibe de Oro, la giovane prostituta che si fa accompagnare dalla madre sul “luogo di lavoro”, la cantante che si sbafa in solitudine un pezzo di arrosto dopo la sua esibizione – sono forse più interessanti e sicuramente più “sorrentiniani” di quelli principali.
In conclusione, si può affermare che i bei panorami della Svizzera e il cast molto blasonato fanno di Youth – La giovinezza un film discreto, ma non un capolavoro.