L’uomo che con una mela ha cambiato la storia, Steve Jobs

Il biopic di Danny Boyle con Michael Fassbender e Kate Winslet su l'uomo che ha cambiato a livello mondiale il modo di approcciarsi alla tecnologia

[rating=4] Danny Boyle è conosciuto ai più come il regista di un cult della cinematografia mondiale come Trainspotting, anno 1996, nel 2008 ha vinto l’Oscar per il suo The Millionaire che spostando l’attenzione da Hollywood a Bollywood, quest’anno ha cambiato nuovamente genere dirigendo e co-producendo il biopic su una delle personalità più geniali ma allo stesso tempo controverse della nostra epoca, l’uomo che per molti ha cambiato la storia, Steve Jobs, fondatore e amministratore delegato della Apple Inc.

Ad interpretarlo l’attore irlandese Michael Fassbender, che grazie a questo ruolo ha ricevuto la nomination agli Oscar come Migliore Attore Protagonista, affiancato da Kate Winslet, candidata come Migliore Attrice Non Protagonista, nei panni dell’assistente tuttofare nonché migliore amica di Jobs, Joanna Hoffman.

Il film si concentra su tre passaggi fondamentali dell’esistenza di Steve, ovvero i lanci del primo Macintosh 128k nel 1984, il lancio del NeXT Computer nel 1988 e la presentazione del nuovo Mac nel 1998.

Steve Jobs di Danny Boyle - Una scena del film

I momenti che precedono gli show di presentazione dei prodotti sono occasioni per lasciare intravedere la vita e la personalità di Jobs: la sua pignoleria, l’arroganza, la genialità non solo nell’ideazione del prodotto ma anche della campagna pubblicitaria, la determinazione con cui è riuscito a trasformare ogni insuccesso in uno sprone a fare e osare di più.

Attorno a lui ruotano personaggi che potrebbero brillare di luce propria, come la comprensiva ma forte Joanna o l’altruista e geniale Andy (Michael Stuhlbarg), ma che finiscono, in presenza di Jobs, ad essere solo suoi satelliti o meglio ancora suoi sottoposti.

Il film affronta anche l’argomento della figlia di Steve che egli riconobbe solo dopo essere stato portato in tribunale da Chrisann Brennan (Katherine Waterston) con cui la concepì; il suo rapporto con la bambina è controverso ma piuttosto marginale mentre molto più carico di risvolti psicologici è il legame con John Sculley, CEO Apple, presentato come una figura paterna in cui Jobs cerca un modello ma anche un antagonista.

Fassbender dà con questa interpretazione il meglio di sé, incarnando un dio moderno che nel film pare tenere più alle sue macchine che gli uomini che lo circondano, gli conferisce spessore e lo fa amare dallo spettatore nonostante sia un personaggio innegabilmente odioso; parimente brava Kate Winslet nei panni di Joanna, l’unico vero punto fermo nella vita di Jobs, la sua spalla, che sa adorare il genio ma sa anche imporsi quando lo vede sbagliare.

Steve Jobs di Danny Boyle - Una scena del film

Ben riuscito l’espediente di usare per il salto temporale da una fase all’altra le immagini di repertorio dei telegiornali dell’epoca, che conferiscono dinamicità alla narrazione.

Quello di Boyle è un biopic diverso dal solito, che mantiene un ritmo veloce e che non si perde nella descrizione di tempi morti; ogni momento portato in scena vuole trasmettere un messaggio o fornire un’informazione, riducendo al minimo le parti descrittive.

Le splendide interpretazioni di Fassbender e Winslet poi conferiscono valore e intensità alla storia di un uomo che ha innegabilmente cambiato a livello mondiale il modo di approcciarsi alla tecnologia; un visionario che, come vuole dimostrare il film, non era di certo perfetto e che anzi poteva risultare insopportabile ma la cui genialità non avrebbe potuto essere sminuita neanche dal suo caratteraccio.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here