La verità, vi prego, sulla Chiesa ovvero Il caso Spotlight

L'ultimo film co-scritto e diretto da Tom McCarthy, vincitore ai Premi Oscar 2016 come Miglior film e Migliore sceneggiatura originale

[rating=4] Il caso Spotlightè un film co-scritto e diretto da Tom McCarthy, vincitore ai Premi Oscar 2016 come Miglior film e Migliore sceneggiatura originale.

Tra gli interpreti figurano: Michael Keaton, Mark Ruffalo (candidato all’Oscar come Miglior attore non protagonista) e Rachel McAdams (candidata all’Oscar come Migliore attrice non protagonista).

Al centro della vicenda c’è l’inchiesta del 2003 della squadra investigativa Spotlight del Boston Globe sugli abusi sessuali che oltre settanta preti dell’Arcidiocesi di Boston perpetrarono ai danni di centinaia di minori, indagini che valsero il Premio Pulizter al team di Spotlight: dalle indagini emerse anche che l’arcivescovo Bernard Francis Law era a conoscenza di quanto accadeva e nonostante ciò non era intervenuto per preservare il buon nome della Chiesa, ma anzi aveva collaborato per coprire i pedofili.

In una Boston provinciale, dove l’apparenza la fa da padrona, la squadra di Spotlight batte la fiacca; dimenticandosi che un giornalista deve andare a caccia di verità, il team scrive di piccoli fatti locali senza troppa importanza ma l’arrivo di un nuovo direttore (Liev Schreiber) al Boston Globe cambia le cose: c’è bisogno di uno scoop, di qualcosa di grosso, o la redazione chiuderà.

Il caso Spotlight

Il caso che viene loro assegnato è quello di un prete di una parrocchia locale sotto processo per aver abusato di decine di bambini, indagando si scopre subito che non è il solo e quello che viene fuori è un vero proprio vaso di Pandora che una volta aperto non potrà essere richiuso: una rete di circa settanta preti pedofili che denunciati alla Chiesa non sono stati ne consegnati alla giustizia ne spogliati dei voti ma semplicemente trasferiti in un’altra sede o sospesi dall’incarico e rimandati a casa.

I giornalisti, inizialmente scettici o distaccati, si fanno coinvolgere dal caso cercando a tutti i costi di far emergere una verità che da troppo tempo viene insabbiata; si dovranno però scontrare con le istituzioni ecclesiastiche e giuridiche che in un modo o nell’altro coprono da anni tutto ciò.

Il film, che in certi passaggi e movenze ricorda Tutti gli uomini del presidente sullo scandalo Watergate, affronta senza patetismi un argomento così delicato; al centro della vicenda c’è la professione di giornalista vista come una missione da compiere, quella di portare alla luce la verità, di fare notizia basandosi su fatti reali e non su storie gonfiate.

McCarthy mostra il lato umano dei protagonisti solo in piccole ma importanti occasioni: Robby (Michael Keaton) è tormentato dall’errore commesso in passato di aver ignorato delle lettere di denuncia di vittime di abusi giunte alla redazione anni prima; Michael (Mark Ruffalo) si fa in quattro per sbloccare dei documenti secretati che contengono i nomi dei preti pedofili e delle loro vittime; Sacha (Rachel McAdams) smette di andare in chiesa con la nonna dopo aver intervistato alcuni sopravvissuti agli abusi; Matt (Brian d’Arcy James), dopo aver scoperto che un pedofilo abita a pochi passi da casa sua, è preoccupato per i suoi figli.

Il caso Spotlight

Meritatissimi gli Oscar e i Golden Globe vinti da questa pellicola, che tiene attaccati allo schermo risultando brillante e adrenalinica; meritava forse l’Oscar per il quale ha ricevuto la candidatura anche Rachel McAdams che si distingue certamente per bravura, meno memorabile l’interpretazione di Michael Keaton, mentre quella di Ruffalo risulta penalizzata dal ruolo stereotipato che deve interpretare di passionale irascibile. Perfetto Stanley Tucci nella parte dell’avvocato che lotta per le vittime e che, a dispetto delle apparenze, ancora conserva la speranza di far loro giustizia.

Sebbene non sia innovativo nella tematica, riprendendo un filone cinematografico caro ad Hollywood, e nonostante non riesca a coinvolgere emotivamente troppo lo spettatore, Il caso Spotlighteccelle nell’esecuzione e va premiato per la linearità e la bravura con cui è stato realizzato.

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