
Ingredienti per 4 persone
Quattro uova fresche, sale, pepe, un cucchiaio di olio extravergine, uno spicchio d’aglio, 1/2 cucchiaio di parmigiano grattuggiato, un mazzetto di cime di vezzadri freschi.
Tritare finemente le cime dei vezzadri e passarle in padella con l’olio e lo spicchio d’aglio finchè non risulteranno morbidi. A parte sbattere le uova con un pizzico di sale e pepe, aggiungere il parmigiano grattuggiato, versare il tutto nella padella con i vezzadri, mescolare velocemente, portare a cottura e servire sia calda che fredda.
Da “Gli erbi boni della cucina tradizionale garfagnina” di Ivo Poli
Il nome deriva dal greco klema-atos: pezzo di legno flessibile, pianta sarmentosa e sta ad indicare il portamento della pianta. Vitalba invece viene dal latino vitis-alba: vite bianca, in riferimento alle infiorescenze biancastre od all’infruttescenza piumosa argentea. Alcuni mendicanti usavano le foglie per procurarsi ulcerazioni così da impietosire di più i passanti, per questo veniva chiamata Erba dei Cenciosi.
Contiene alcaloidi, saponine ed in particolare anemonina, una miscela di sostanze che provoca appunto ulcerazioni ed irritazioni cutanee.
La Vitalba è uno dei fiori di Bach. Il fiore dei sognatori, degli addormentati. Quasi tutti gli artisti sono Clematis. E’ il suo fiore, quello del creativo, dello scrittore e di colui che cerca ispirazione. Nel linguaggio dei fiori la Vitalba indica intelligenza limpida ed onesta.