
Il forte potere divulgativo del mezzo espositivo, veniva ad essere ulteriormente amplificato dalle nuove pubblicazioni che, edite in tutta Europa contemporaneamente alle esposizioni, contribuivano a rendere più largamente fruibile quell’arte rimasta per troppo tempo inaccessibile al grande pubblico. Tra questi efficaci veicoli del nuovo gusto, gli album, che illustrano visivamente le esposizioni attraverso le riproduzioni di tutte le realizzazioni esposte, costituiscono i più preziosi custodi della memoria dei padiglioni che, per il carattere transitorio ed effimero di queste manifestazioni, venivano inevitabilmente smontati a conclusione dell’evento.
Oltre agli album, c’erano anche i giornali illustrati, riviste e periodici che avevano la funzione di commentare e di spiegare il dibattito sulle arti in corso di svolgimento e di presentare gli esempi più recenti della produzione industriale. I giornali illustrati delle esposizioni, inaugurarono in Italia un nuovo genere editoriale, che si affermò, a partire dall’Esposizione Universale di Londra del 1851, e che mantenne la sua fortuna per tutto l’800. Con questa prima esposizione internazionale, infatti, l’editoria si trovò impreparata di fronte all’esigenza di comunicare un evento periodico di tale portata; questa difficoltà, costituì un forte stimolo verso la ricerca e lo studio di nuove tipologie di elaborati nel settore della stampa illustrata.
La vastità e la diversità dei temi presenti ad un evento necessariamente temporaneo, determinarono, infatti, la realizzazione di un prodotto editoriale fortemente innovativo con lo scopo di rappresentare e comunicare l’avvenimento espositivo, in toto, ad un pubblico oceanico ed eterogeneo, avvalendosi dell’immediatezza comunicativa dell’immagine che coadiuvava il racconto dei fatti, delle curiosità e delle novità dell’esposizione. Periodici come l’Illustrated London news o l’Illustration, si servivano della collaborazione di vere e proprie squadre di disegnatori, inviati, insieme ai giornalisti, per documentare, con illustrazioni, gli articoli e le notizie.
Le forme tradizionali della stampa divulgativa si erano rivelate out per quel mondo della cultura, dell’economia e del divertimento, che, esposto alle grandi fiere, necessitava di un supporto di lettura rapido. L’eccezionale potenziale comunicativo del fenomeno “esposizione”, aveva sostituito il tradizionale testo scientifico destinato al grande pubblico.
I giornali specializzati, abbondantemente illustrati, i cataloghi, – di cui alcuni privi di immagini, ma provvisti dei preziosissimi inventari delle ditte, dei singoli espositori con i rispettivi riconoscimenti ricevuti -, ed altri giornali illustrati, come, ad esempio, l’Illustrated catalogue of the international exhibition 1862 London, supplemento dell’Art Journal, si rivelano i generi editoriali più interessanti, nell’ambito dell’ampia campagna pubblicitaria dedicata alle esposizioni.
Anche il catalogo di fabbrica, già utilizzato in passato, ma in una forma più semplice, per documentare la produzione di manufatti in serie, diventava, in occasione delle Esposizioni Universali, un efficace mezzo pubblicitario, permettendo al pubblico, di individuare ogni oggetto e di conoscerne caratteristiche e prezzi. I giornali specializzati ed i cataloghi, quindi, rappresentano due tipologie editoriali piuttosto differenti ma integrative, ed il successo riscosso da entrambe, va proprio attribuito alla loro complementarietà. Mentre i cataloghi generali o di specifici padiglioni si rivolgevano al lettore che, in procinto di visitare la mostra, aveva già individuato una particolare area di interesse da percorrere ed approfondire, i giornali illustrati al contrario, sollecitavano la curiosità del lettore la cui attenzione era indirizzata ad un’infinità di contenuti che egli poteva sottoporre a verifica, visitando direttamente l’Esposizione.
Le riviste francesi più in voga, dedicavano ampio spazio alle Esposizioni Universali; “Art et decoration“, la Revue des deux mondes“, la “Revue enciclopedique, Recueil documentaire universel et illustrè” diretta da George Moreau pubblicata a Parigi dal 1891 al 1905, ed in particolare modo, la “Revue generale de l’architecture et des travaux publics” diretta da W. Cesar Daly pubblicata a Parigi dal 1840 al 1888 e la Gazette de Beaux Arts”. Nei periodici italiani, tra i quali l’Illustrazione italiana, edita a Milano dai Fratelli Treves dal 1874 particolarmente ricca di incisioni, Emporium rivista mensile edita a Bergamo dal 1895 e l’Illustrazione Universale, le immagini pubblicate, non sono accompagnate da testi descrittivi esaustivi. Le riviste ufficiali delle esposizioni invece, contengono descrizioni dettagliate degli “episodi” architettonici e non, si concentrano particolarmente su fatti e personaggi illustri in visita all’esposizione, e su gente comune che, per una qualsiasi particolarità, viene inserita tra le curiosità dell’esposizione.
I giornali specializzati, abbondantemente illustrati, i cataloghi, – di cui alcuni privi di immagini, ma provvisti dei preziosissimi inventari delle ditte, dei singoli espositori con i rispettivi riconoscimenti ricevuti -, ed altri giornali illustrati, come, ad esempio, l’Illustrated catalogue of the international exhibition 1862 London, supplemento dell’Art Journal, si rivelano i generi editoriali più interessanti, nell’ambito dell’ampia campagna pubblicitaria dedicata alle esposizioni.
Anche il catalogo di fabbrica, già utilizzato in passato, ma in una forma più semplice, per documentare la produzione di manufatti in serie, diventava, in occasione delle Esposizioni Universali, un efficace mezzo pubblicitario, permettendo al pubblico, di individuare ogni oggetto e di conoscerne caratteristiche e prezzi. I giornali specializzati ed i cataloghi, quindi, rappresentano due tipologie editoriali piuttosto differenti ma integrative, ed il successo riscosso da entrambe, va proprio attribuito alla loro complementarietà.
Mentre i cataloghi generali o di specifici padiglioni si rivolgevano al lettore che, in procinto di visitare la mostra, aveva già individuato una particolare area di interesse da percorrere ed approfondire, i giornali illustrati al contrario, sollecitavano la curiosità del lettore la cui attenzione era indirizzata ad un’infinità di contenuti che egli poteva sottoporre a verifica, visitando direttamente l’Esposizione.
Le riviste francesi più in voga, dedicavano ampio spazio alle Esposizioni Universali; “Art et decoration“, la “Revue des deux mondes“, la “Revue enciclopedique, Recueil documentaire universel et illustrè” diretta da George Moreau pubblicata a Parigi dal 1891 al 1905, ed in particolare modo, la “Revue generale de l’architecture et des travaux publics” diretta da W. Cesar Daly pubblicata a Parigi dal 1840 al 1888 e la “Gazette de Beaux Arts“.
Nei periodici italiani, tra i quali l’Illustrazione italiana, edita a Milano dai Fratelli Treves dal 1874 particolarmente ricca di incisioni, Emporium rivista mensile edita a Bergamo dal 1895 e l’Illustrazione Universale, le immagini pubblicate, non sono accompagnate da testi descrittivi esaustivi.
Le riviste ufficiali delle esposizioni invece, contengono descrizioni dettagliate degli “episodi” architettonici e non, si concentrano particolarmente su fatti e personaggi illustri in visita all’esposizione, e su gente comune che, per una qualsiasi particolarità, viene inserita tra le curiosità dell’esposizione.