
Il 25 ottobre, nel cuore del quartiere Ostiense, riprogettato a partire dalle richieste del territorio raccolte tramite indagine social e mirata, un nuovo spazio dall’archeologica industriale capitolina sarà restituito e aperto alla città: nell’ex Lavatoio Lanario di Via del Porto Fluviale nascerà un polo imprenditoriale per imprese, start up, artigiani e non solo, dove fioriranno un orto urbano, un orto idroponico, un giardino sensoriale e un giardino d’inverno e dove sarà proposto un fitto calendario di eventi aperti e dedicati a tutti e completamente accessibili, affiancati da un bistrot a chilometri zero; in poche parole, si è aperto alla città uno spazio poliedrico dedicato al mondo dell’innovazione culturale, sociale e tecnologica.
Con i suoi 2000 mq di spazi rigenerati, le Industrie Fluviali vanno a costituirsi come spina dorsale di un articolato ecosistema della cultura. Una struttura composta da 400 mq di spazi di lavoro condiviso, 5 sale dedicate ad incontri, riunioni, mostre, talks ed eventi, un’area food e una magnifica terrazza vista Gazometro, la stessa che ha ospitato le riprese del celebre film “Le fate ignoranti” del regista Ferzan Özpetek.
Collocato in un edificio di quella che nella prima parte del ‘900 è stato il Lavatoio Lanario Sonnino, uno stabilimento in cui lavoravano prettamente donne, come testimoniato dalle grandi immagini che arricchiscono gli spazi, Industrie Fluviali è stato recuperato valorizzando gli elementi di archeologia industriale presenti, in un inedito dialogo partecipativo con il territorio, sempre attento ai nuovi stimoli sociali.
Il confluire di storia urbana e di tante storie umane nell’alveo di Industrie Fluviali si percepisce al primo sguardo: la nuova struttura è collocata in un quadrante di Roma da sempre popolare ed industriale, nel pieno fermento di un programma di recupero che ha portato negli ultimi anni allo sviluppo abitativo, commerciale e culturale del quartiere facendone una delle zone più dinamiche della capitale.
La storia di questo edificio inizia nei primi anni del ‘900 quando Angelo Sonnino acquistò il terreno ed iniziò la costruzione del palazzo che, venne adibito a lavatoio lanario. Qui il personale, composto da oltre 100 donne, grazie all’utilizzo dei primi macchinari industriali, lavorava la lana proveniente dalla Scozia, dall’ Irlanda e dalla Sardegna. Lo spazio oggi prosegue nella sua influenza sull’ assetto sociale della capitale: dalle donne di inizio ‘900, che hanno contribuito con la loro tenacia ed il loro sacrificio ad assicurare l’ empowerment femminile odierno, ad una Società Cooperativa a maggioranza femminile, con un carattere fortemente concreto e pragmatico, realizzato da PINGO, Società Cooperativa Sociale Integrata, nel segno della cooperazione, comunicazione e cultura.
Parole d’ordine del progetto saranno: accessibilità, integrazione, sinergia, rigenerazione urbana, sostenibilità, tecnologia. È così che Industrie Fluviali diventerà approdo per chi volesse condividere idee e valori, con l’area di co-work supportata dalle nuove frontiere tecnologiche in fatto di business management, ma soprattutto diventerà una “casa di tutti” in cui vivere un flusso continuo di eventi aperti a tutti e completamente accessibili.
Tra i tanti eventi già in programma, infatti, Industrie Fluviali porterà all’attenzione un importante focus sull’ integrazione sociale, con workshop di poesia per sordi, attività aperte in LIS destinate a udenti e non solo, e poi ancora degustazioni al buio guidate da chef e mostre tattili con le sculture realizzate dalle artiste cieche del gruppo “Mano Sapiens: mani che vedono, che creano”.
In un alternarsi virtuoso di eventi rivolti al territorio negli spazi post-industriali ravvivati dal design contemporaneo tra vetro e resine, giardino d’inverno e bistrot, spazio anche alle attività per i più piccoli, tra artigianato e tecnologia, e poi ancora visite guidate e momenti di approfondimento sul clima e sul viaggio dell’acqua, elemento cardine della città.