Tra le colline umbre, nel borgo medievale di Monte Castello di Vibio, si trova una vera bomboniera della cultura: il Teatro della Concordia. Con i suoi soli 99 posti, suddivisi tra platea e nove palchi suddivisi su due ordini, è il più piccolo teatro all’italiana del mondo, con un’acustica davvero ottima. La sua storia, intrecciata con l’impegno di una comunità e vicende personali di grande intensità, rende questo luogo davvero unico.
Oggi il Teatro della Concordia è un attrattore culturale di fama internazionale, un punto di riferimento per artisti e appassionati di teatro. La sua importanza è stata riconosciuta anche con l’emissione di un francobollo che ne celebra il valore storico e artistico, segno tangibile della sua rilevanza non solo locale, ma nazionale.
Il teatro venne costruito nel 1808 per iniziativa di nove famiglie nobili del borgo. Il nome, “Concordia,” rifletteva un ideale di armonia e unità sociale, un richiamo ai valori dell’epoca che vedevano nella cultura uno strumento per elevare la comunità. La struttura, interamente in legno, rappresenta una perfetta miniatura dei grandi teatri d’opera italiani, ispirata ai canoni architettonici di Andrea Palladio. La platea e i palchi sono proporzionati in modo impeccabile, conferendo al teatro un’eleganza che stupisce chiunque lo visiti.

Tuttavia, con il passare dei secoli, il teatro seguì il destino di molti piccoli spazi culturali. A partire dagli anni ’50, cadde in disuso e rimase chiuso per oltre trent’anni, abbandonato al degrado.
Negli anni ’80, un cittadino di Monte Castello di Vibio, Nello Latini, decise che il teatro meritava di essere salvato. Con una visione straordinaria e un instancabile impegno, Latini avviò una campagna di sensibilizzazione che coinvolse enti pubblici, privati e la comunità locale.
Il lungo restauro, durato quasi dieci anni, riportò il Teatro della Concordia al suo antico splendore, rispettando ogni dettaglio originale. La riapertura, avvenuta nel 1993, fu un momento di grande emozione per il borgo, che ritrovò un simbolo della propria identità.

Nello Latini, nel corso degli anni, ha trasmesso la sua passione e il suo impegno a Edoardo Brenci, attuale presidente della Società del Teatro della Concordia. Oggi Brenci porta avanti l’eredità di Latini, lavorando per mantenere il teatro vivo e rilevante nel panorama culturale italiano e internazionale. Una visita del teatro con lui è un’esperienza davvero unica ed emozionante, tanti sono gli aneddoti che guidano alla sua scoperta.
Una struggente storia d’amore
Tra gli elementi più affascinanti del teatro vi è il suo sipario dipinto, che racchiude una struggente storia d’amore. L’opera raffigura un paesaggio collinare con Monte Castello di Vibio sullo sfondo, ma al suo interno cela un simbolo potente: un ramo spezzato, metafora di una ferita personale.
Il sipario fu realizzato da Cesare Agretti, artista originario del borgo, che tornò a Monte Castello dopo anni di assenza. Agretti aveva lasciato il paese a seguito della morte della sua innamorata Giulia, un evento che lo segnò profondamente. Il ramo spezzato è simbolo del dolore che portò con sé per tutta la vita, trasformato in un segno artistico universale di perdita e resilienza.

Oggi il Teatro della Concordia è molto più di un edificio storico: è un punto di riferimento culturale, simbolo di ciò che può essere realizzato con la determinazione e l’impegno collettivo. Attraverso la guida di Edoardo Brenci, erede morale di Nello Latini, il teatro è diventato un motore per lo sviluppo del territorio, capace di coniugare tradizione e innovazione.
Ogni anno richiama visitatori da tutto il mondo, attratti dalla sua unicità e dalla sua storia. Grazie al costante lavoro di valorizzazione e alla dedizione di chi lo custodisce, il Teatro della Concordia non è solo il più piccolo teatro all’italiana del mondo, ma un grande esempio di come la cultura possa diventare un faro per una comunità intera.
Teatro della Concordia
Piazza del Teatro della Concordia, 4,
06057 Monte Castello di Vibio (PG)
https://www.teatropiccolo.it/concordia/