Il sesto corso mascherato contro ogni previsione meteo avversa fa il pieno di spettatori in una Viareggio gremita di un pubblico internazionale festoso ed eterogeneo per un’edizione ricca di colori, fantasia ed un pizzico di satira.
Il sole non manca a baciare la lunga sfilata dei carri allegorici dai temi di scottante attualità, dall’Intelligenza artificiale alle problematiche giovanili fino all’immancabile tema ambientale.
E per la terza volta consecutiva a vincere è Jacopo Allegrucci con il suo carro di prima categoria “Va dove ti porta il cuore”, ispirato alla scrittrice Susanna Tamaro e agli adolescenti, a simboleggiare le difficoltà legate alle prime scelte importanti da fare, ed il consiglio è quello di non lasciarsi abbindolare dalle arpie, dal corpo sinuoso marino ma dal volto terrifico, quanto di seguire i propri più intimi sentimenti. Il tutto è perfettamente orchestrato da molteplici movimenti, del protagonista ora in ginocchio ora in piedi a scrutare l’orizzonte di un mare in tempesta, con le tre arpie che lo circondano in movimenti ondivaghi come le alte onde sottostanti, i colori ammalianti e le luci d’effetto, unite alle musiche energiche tra le quali spicca “Viva la vida” dei Coldplay.

Ma la nostra nota di merito va a “Il profumo delle rose nelle spine” di Carlo e Lorenzo Lombardi, premiati dalla critica: un carro onirico liberamente ispirata a Marco Cavallo, la scultura di legno e cartapesta che fu realizzata nel 1973 dai pazienti del manicomio di Trieste, diretto da Franco Basaglia, simbolo indistruttibile della gioia di vivere, dei sogni e dei desideri delle persone ricoverate. Un messaggio sociale forte ed estremamente profondo, un invito a superare i pregiudizi, l’indifferenza, l’intolleranza e la paura. Il tutto con un carro dove Marco Cavallo rompe le barriere della prigione per svettare con il suo blu cielo, tra rose che col far della sera si illuminano, magistrali acrobati, emozionanti musiche di Joe Hisaishi.

Secondo premio per “Ascolta ragazzo…” di Massimo e Alessandro Breschi, ispirato al libro di Mario Tobino “Ascolta ragazzo, la droga mai”: un messaggio alle nuove generazioni, ad aprire gli occhi prima che la famelica vedova bianca delle organizzazioni criminali espanda la loro drammatica ragnatela di droga, spaccio e dipendenza fino a loro. Un’opera il cui merito risiede senz’altro nell’estrema e innovativa fluidità dello scatenato ballo del ragazzo, su cui si erge e incombe statica la vedova bianca.

Terzo premio infine a “Bla Bla Bar” di Umberto, Stefano, Michele e Jacopo Cinquini con protagonisti attinti dalle favole di Esopo per simboleggiare con un Gran Caprone ben vestito ed una rana dagli occhi grandi una società corrotta stordita da bicchieri di verità sulle note di “Viva l’Italia” di De Gregori.

Nella seconda categoria il vincitore assoluto è il carro “All you can eat” di Matteo Raciti. Si staglia il personaggio di Gordo, un goloso famelico che si abbuffa di tutto ciò che trova nel menù di un ristorante, fino a consumare tutte le risorse del pianeta. Il carro è una critica ironica all’ingordigia e allo spreco che caratterizzano la nostra società.

Al secondo posto “Auguro a tutti un briciolo di follia! Alda Merini”. Il carro di Priscilla Borri è un omaggio alla poetessa milanese, una delle più importanti voci poetiche del Novecento italiano, che ha vissuto la forte esperienza del manicomio. Un carro emozionante, con uno sguardo interiore rivolto al mondo della poetessa, che tra sofferenza e follia è riuscita a oltrepassare le alte mura dell’indifferenza sociale, e a lasciare ai posteri pagine di estrema forza e bellezza.

Terzo classificato “L’ira della Kitsune” di Fabrizio e Valentina Galli. Il carro variopinto è ispirato alla mitologia giapponese e alla figura della Kitsune, una volpe magica dalle molteplici code, che può assumere forma umana. Una forza che può essere distruttrice o generatrice, un messaggio che vuole essere inteso come un cambiamento globale sempre più necessario.

Si conclude sotto la pioggia, che accompagna il rimbombo dei fuochi d’artificio, l’edizione 2024 del Carnevale di Viareggio. Un evento che riesce a rinnovarsi anno dopo anno, mantenendo al centro la tradizione dei maestri costruttori viareggini, abbinando l’innovazione e il coinvolgimento di un intero paese che respira e trasmette l’energia contagiosa del carnevale.