Un pomeriggio da cani e siamo negli anni ’80 al Teatro Portaportese

Fino all’11 novembre a Roma per la regia di Cristiano Roncaccia.

“Non sono una signora”, “La bambola”, “Un emozione da poco”, “Le Freak”, “Upside Down”, “Un amore disperato”, e si apre il sipario. E se gli anni sono gli ottanta con una rievocazione agli episodi della Milano di quel periodo, in scena troviamo la bravissima Claudia Spedaliere in sedia rotelle nei panni di Claudia Cassini, innamorata di Stefano il volontario della parrocchia, la cui attesa è snervante.

“Posso fare una telefonata?—“ irrompe Fabio Ferri, ha appena fatto un rapina a una tabaccheria a Piazza dei Mirti a Centocelle, a Roma, è ricercato per droga, violenza su donne e minori. Sì, trova rifugio nell’appartamento di Claudia posto a piano terra, ma le sirene della polizia spiegate accerchiano l’isolato e ricercano il bandito. La ragazza sotto sequestro è terrorizzata ma rapita in tutti i sensi da lui, che correttamente non abusa di lei benché una macchia rossa di salsa di pomodoro e non di sangue lasci presagire ben altro.

Una scossa per la ragazza, quest’uomo è una sorta di angelo, apparso in altra forma. La vicenda si snoda in una relazione molto tormentata tra i due. Egli già fidanzato è attento alla ragazza in difficoltà, le porge da mangiare, la rispetta nei suoi bisogni, la incita a vivere la vita nonostante la sua situazione mostri evidenti difficoltà, le porge da mangiare, le chiede consigli su come uscire dalla sua situazione il cui prevedibile futuro è il carcere a vita o ultra venticinquennale, le offre un’amicizia e forse altro tramite lettere e la speranza di rincontrarla e portarla con sè a Torvanica, una volta abbia scontato la pena, forte di una riduzione per aiuto a persone disagiate.

Tutto evolve in una sorta di “Chi l’ha visto” laddove l’abilità del protagonista nonché regista Cristiano Roncaccia, nei panni di Fabio Ferri, mostra di sè un spirito di notevole duttilità scenica non scevra di emulazione al grande Thomas Milan, di medesima collocazione temporale. Un giornalista intervistatore, Adriano D’amico e un videomaker Claudio Panzironi movimenteranno l’episodio e la diretta televisiva, nonché il social tipico, della contemporanea cronaca.

Un sequestro, dei tentati suicidi vuoi con un taglio di vene sventato in tempo, piuttosto che con un colpo di pistola per fortuna a salve, e qui la scena si fa davvero toccante e di grande immedesimazione attoriale, od anche per esasperato digiuno coadiuvato dalle musiche di Venditti, creano in “Un pomeriggio da cani”, un avvincente spettacolo, diretto con ritmata presenza carismatica, scenica e interpretativa degli attori della compagnia.