Perdutamente di Flavio Pagano

Un romanzo delicato su una difficile malattia: l'Alzheimer

A G., incrollabile

Giunti editore

Questa è la storia di una donna che si ammala di Alzheimer, perde la memoria, non riconosce la mappa geografica della propria casa da poco ristrutturata, non riconosce i figli, evoca i morti rendendoli sempre presenti. Apre una porta con un altro mondo, dove il tempo non scorre più lineare ma torna indietro, si ferma, riparte. “Chi siete?” chiede d’improvviso durante la notte, mentre la serenità si alterna alla paura dettata dallo smarrimento di chi ha perso i punti di riferimento: “Pur inchiodata nella sua poltrona, lei viaggiava nello spaziotempo, aprendolo e chiudendolo come una fisarmonica.”

Pagano parla di questa malattia con delicatezza, mettendone in luce gli aspetti più tragicomici in pieno stile napoletano: “Ma allora tu sei viva?” chiede un figlio pensando che avesse smesso di respirare. “Lei lo fissò sbalordita, inclinando la testa. E mi parve che con una mano, di nascosto, facesse il gesto delle corna.”

Colpisce l’ironia con cui viene descritta la convivenza di una famiglia allargata. Tutto sembra essere una messa in scena, ognuno ha un ruolo ben preciso per tirare avanti la baracca. I giorni però si susseguono in bilico tra sopravvivere o soccombere, il peso della responabilità sta schiacciando le forze e serpeggia il desiderio che la donna muoia, ma “essere figli è un’abitudine che può creare dipendenza, e smettere può diventare difficile.”

Il protagonista riceve la telefonata di un amico che ha appena perso il treno: “C’è tua mamma qui con me.” Cosa ci faceva in quella stazione e dove stava andando? Cosa c’è scritto nella lettera che ha in tasca? Inizia qui il viaggio a ritroso contro il tempo, prima che la malattia esaurisca i ricordi.

L’Alzheimer è la malattia che più di ogni altra appartiene alla vita. Ne possiede tutta la follia, l’energia brutale e misteriosa, l’imprevedibilità.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here