
[rating=5] Il romanzo Il gioco di Ender, che ha dato vita ad un’intera saga, è tutt’ora utilizzato da diverse scuole in tutto il mondo, come libro di narrativa obbligatorio, sia dal punto di vista psicologico, sia per lo stile narrativo fantascientifico. Oltre che nei licei e università degli Stati Uniti, Canada e Australia, il libro è stato adottato anche nell’Università dei Marines in Virginia, come libro di testo sulla psicologia della leadership, perfetto manuale di strategia militare, educazione al lavoro di squadra e sviluppo delle doti di comando. Le forti influenze dello stile di Asimov, saranno in parte sentite anche all’interno della sua trasposizione cinematografica.
Passiamo ora alla trama del film, diretto da Gavin Hood. In un futuro non molto lontano, la Terra viene attaccata da un’ostile razza aliena, che avrebbe vinto e colonizzato l’intero pianeta, se non fosse stato per l’eroico Comandante della Flotta Internazionale, Mazer Rackham (Ben Kingsley). Nei cinquant’anni che seguono, la prima guerra, la Terra attenderà la rivalsa nemica preparandosi accuratamente. In questo periodo di stasi, spetta al Colonnello Graff (Harrison Ford), rinforzare i presidi, reclutando i migliori ragazzi in tutto il pianeta per designare il prossimo Mazer. Uno in particolare, Ender Wiggin (Asa Butterfield), viene notato per le sue brillanti qualità e convinto ad entrare nella Scuola di Guerra di Graff; lì impara ben presto le tattiche belliche, l’uso delle armi e a farsi rispettare dagli altri cadetti, vincendo le simulazioni di guerra e guadagnandosi la promozione alla Scuola di Comando, dove sarà addestrato dallo stesso Mazer.
Questa è la storia di Ender Wiggin, un ragazzo con forti doti da comandante e stratega, cresciuto con i videogiochi e addestrato in una scuola per giovani brillanti. Il Comandante Graff vede in Ender il potenziale per il comandante perfetto, incline all’idea di “precludere al nemico ogni possibilità di attaccare in futuro” (che porta al concetto di “guerra preventiva”). Secondo Graff, Ender è l’unico in grado di sconfiggere per sempre il nemico alieno. Il ragazzo si troverà a dover superare dure prove, a dover dimostrare continuamente il suo valore, per poter essere il comandante perfetto e finalmente poter dare ordini ad una sua flotta scelta. Tutto l’addestramento che vedremo, si baserà su concetti di missilistica di base e avanzata, uso delle armi e strategia militare, calcoli matematici e fisici, e soprattutto, per quanto riguarda la pratica, una simulazione, un “gioco di guerra” a cui partecipano i diversi plotoni, divisi in squadre, o “orde”, in un ambiente a gravità zero. Per tutta la durata dell’addestramento, il Comandante Graff lo isolerà tramite favoritismi, provocando la gelosia dei suoi compagni e il loro rifiuto. Con questa strategia, Ender sarà obbligato a contare solo su se stesso, faticando a fare amicizia; ma una volta riuscito, avrà il totale rispetto degli altri allievi, acquisendo man mano, le caratteristiche di un perfetto comandante.
E’ molto forte il rapporto con sua sorella Valentine (Abigail Breslin), di cui ha un bisogno quasi viscerale; traumatico è invece quello con il sadico fratello Peter. Uno dei migliori film di quest’anno, sicuramente grazie al suo intreccio narrativo basato sull’omonimo romanzo, ma nel suo complesso generale, è un film che lascia sicuramente il segno; non è solo una storia di guerra o di fantascienza, ma possiede una trama stimolante, per non parlare delle interpretazioni dei giovani attori e del protagonista, che appare molto a suo agio e naturale nel ruolo di Ender. Anche Ben Kingsley svolge al meglio la sua parte con il volto tatuato in stile maori, infondendo una forte sensazione di determinazione e sicurezza nel protagonista, mentre Harrison Ford appare molto convincente, ad un bivio esistenziale tra l’essere comandante e l’approcciarsi ad Ender come un padre.
Con le sue atmosfere in stile Battlestar Galactica/Star Trek, The Ender’s Game è senza dubbio un film che va oltre le aspettative del semplice film di fantascienza, in cui, se alle volte il carattere quasi anarchico del giovane protagonista può risultare fastidioso, allo stesso tempo sentiamo di tifare per lui, riuscendo a trasmetterci quella sensazione di risolutezza, stimolandoci a combattere per i nostri ideali, sempre e comunque, a volte “rompendo le regole del gioco”.