The Caveman

Caveman con Maurizio Colombi

[rating=3] Tutte le coppie accomodanti si assomigliano; ogni coppia litigiosa è litigiosa a modo suo.

Il palcoscenico si apre su una scenografia Flintstoniana, molto da Fred e Wilma, sì, proprio quelli del vecchio cartoon “Gli antenati”: il divano, l’immancabile tv, le sedie: tutto in pietra. L’attore-cantante milanese Maurizio Colombi entra in scena fendendo una clava e iniziando il monologo con la domanda rivolta in guisa di captatio benevolentiae verso il pubblico femminile: “Gli uomini sono tutti stronzi?”

Boato di approvazione dalla platea, almeno da parte delle numerosissime signore presenti in sala. Inizia così “The Caveman”, ispirato a “Defending the Caveman” scritto da Rob Becker dopo tre anni di studi antropologici volti a dimostrare che le differenze tra maschi e femmine sono ancestrali, iscritti nel nostro DNA, che l’uomo è cacciatore e la donna raccoglitrice, ad esempio, ed è per questo che uomini e donne non si capiscono, anche se sono destinati ad incastrarsi come pezzi di un puzzle. Il tema riscuote da sempre un successo mondiale, come dimostrato dal fatto che lo spettacolo scritto da Becker è stato il più longevo a Broadway e che il riadattamento per la regia di Teo Teocoli conti già numerosissime repliche anche qua da noi. Non un caso neppure i milioni di copie vendute di libri che narrano le differenze di genere, quali “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”, appunto.

Un one-man-show molto da cabaret milanese (il regista è Teocoli, ribadiamolo), con smorfie e boccacce alla Massimo Boldi, con la chiamata in causa del pubblico ogni pochi minuti, vuoi per intonare strofe dalla immancabile canzone ” Teorema” di Marco Ferradini, quella che fa: “prendi, una donna, trattala male…” (già protagonista di un noto film dei comici meneghini Aldo, Giovanni e Giacomo, tanto per restare da quelle parti), vuoi per rispondere alle provocatorie domande di Maurizio Colombi; insomma, gli spettatori sono parte integrante dello show in quanto appartenenti gioco forza a uno dei due generi protagonisti dello spettacolo, e dimostrano di gradire molto la cosa, anche perchè è di loro che si parla, di tutti loro (di tutti noi), senza esclusione.

Caveman con Maurizio Colombi

A rendere più variopinto questo lungo monologo (due ore, con intervallo per riprendere fiato), filmati comici che riprendono la vita di coppia dell’attore e di sua moglie, e musica live con i musicisti sul palco che intonano vari pezzi, tra cui, appunto ” I’m a Caveman”. Interessante l’excursus su come cambia la figura del sex symbol maschile nei vari decenni, facendo partire l’analisi dai film delle varie epoche, che è il pubblico a citare, con i musicisti ad accennarne le colonne sonore, e l’attore a raccontare, in un lungo gioco che vede la platea assai partecipe e, diciamolo, letteralmente entusiasta.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here