
Nell’arcipelago di informazioni che ogni giorno attraversa il nostro cielo, un articolo di giornale può apparire come un’isola alla deriva, sorvolata dalla folle corsa di un aereo in volo. Su quell’aereo virtuale, isolati dal mondo tangibile, si sposta ogni giorno una frenetica moltitudine di individui, alcuni di essi, attratti dalla terra ferma di un articolo, scelgono di scendere, di perlustrarlo e talvolta di farlo loro.
Pochi di questi articoli superano il giorno di vita, capita però che alcuni di essi sopravvivano all’usura del tempo e vengano trattenuti, un po’ sgualciti, dai “buchi neri” delle borse o delle tasche degli esploratori della carta stampata; perle di scrittura trasformate in lettere, una di seguito all’altra, un diadema di espressioni e confessioni da leggere e rileggere.
Nella schiera degli esploratori-lettori troviamo Daniela Morozzi, nello spettacolo “Articolo Femminile”, dove ad Empoli alla rassegna “10×10” dell’ASEV, ha svuotato la sua borsa e ne ha fatto uscire otto splendidi testi giornalistici, e mediante l’alchimia tra le sue corde vocali e le armonie di Stefano Cantini, si sono trasformati in meravigliose pièces de théâtre.
Storie di donne, di ingiustizie e di soprusi, è questo il fil rouge degli articoli letti e interpretati da Daniela Morozzi, dove la figura della donna, intesa come universo femminile, emerge in rilievo a tutto tondo.
Tra le righe degli articoli, scritti da penne esperte con stili diversi, vi sono narrate vite di persone, di valori e diritti umani, che come in un puzzleformano il volto comune di un’identità femminile da conquistare o difendere.
Daniela Morozzi apre il recital con il discorso di Pericle agli ateniesi, vera scuola di democrazia e libertà, che a 2500 anni di distanza appare come un miraggio nello squallore del nostro secolo. Seguono le letture degli articoli, dove l’attrice fiorentina inizia dalla struggente storia di Destiny e Victoria narrata da Giovanni Maria Bellu, prosegue con le “quote rosa” nella nostra politica raccontate dalla penna irritata di Nando Dalla Chiesa, e ancora lo shock di Roberto Saviano per la morte di Mama Africa Miriam Makeba, la storia di Rosa Parks, la madre dei diritti civili scritta da Vittorio Zucconi, per poi passare a Consuelo Velazquez, la donna che scrisse Besame Mucho, disegnata meravigliosamente da Concita De Gregorio, fino ad arrivare alla storie di Kathy Freeman, la prima aborigena a vincere le olimpiadi, per concludere con la storia commovente dei desaparecidos argentini e il coraggio delle madri di piazza di maggio.
Musica e voce si fondono sul pentagramma dell’unica partitura di “Articolo Femminile”, con due eccellenti esecutori.
Stefano Cantini accompagna le letture egregiamente alternandosi al piano, al sax e sax soprano in motivi delicati, sound africani e pezzi classici che sbocciano direttamente dalle storie, creando tridimensionalità ai personaggi e dando vitalità e sapore al racconto.
La voce di Daniela Morozzi scivola e scorre sulle note, in un’interpretazione che amalgama passione, delicatezza e verità, colorando ogni frase e parola di tinte vive. Il leggio rosso che funge da unico elemento scenico, sintetizza esattamente il vigore e lo spessore dei registri usati dall’attrice toscana, la quale si dimostra ottima interprete e signora del palcoscenico, catturando il pubblico, trasmettendo energia ed emozionando la platea.
Gli articoli di giornale, isole da esplorare su cui perdersi, si trasformano in pezzi di teatro, vivi, capaci di toccare le corde degli spettatori, capaci di essere letti, riletti e raccontati.