Il teatro di Brachetti: magia e sorpresa che si rinnova tutte le sere

[rating=4] Qualche ora prima di occuparsi di questa recensione chi scrive era in libreria e si è imbattuto per caso, ammesso che il caso esista, in un libro: Tanto per Cambiare di Arturo Brachetti.

Il primo libro del trasformista più conosciuto al mondo, un romanzo di formazione, che si ispira alle vicende della sua vita dall’infanzia all’adolescenza. Non si vuole tuttavia scrivere di un libro di cui si sono lette solo poche pagine, ma di uno spettacolo Brachetti: che sorpresa!, regia di Davide Calabrese in scena fino all’8 Novembre al Teatro Diana di Napoli.

Performer, mago, trasformista, guinnes dei primati come uomo più veloce nei cambi d’abito, nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dallo Stato francese, Brachetti a 58 anni sente di dover ripercorrere la sua incredibile storia per sé e per quel pubblico al quale ha consacrato la sua vita.

Brachetti

Lo spettacolo inizia prima di iniziare con il duo Luca&Tino in versione assistenti di sala, giocano con il pubblico, ingannano e divertono. La struttura dello spettacolo è semplice, quasi banale: Arturo è in un deposito bagagli, un non luogo di passaggio, pieno di oggetti, pacchi e pacchetti, lì perde il suo trolley. Inizia così un viaggio simbolico, metaforico alla ricerca della “sua” valigia rossa. Incontra “328” (Kevin Michael Moore) un personaggio che ricorda Neo di Matrix e grazie al quale procederà nel suo percorso di consapevolezza attraverso prove e passaggi di livello come in un videogame.

Colori, costumi, luci, voci, musiche invadono la scena e la platea, tanti personaggi separati da pochi battiti di ciglia accompagnano in un immaginifico giro del mondo che è analisi intima delle infinite possibilità di esistenza.

Tuttavia non si tratta di un one-man-show, in scena con Brachetti oltre ai già citati Moore e Luca&Tino, Francesco Scimeni, irresistibile nei suoi esperimenti con il pubblico ed il giovanissimo Luca Bono “l’enfant prodige” della Magia Italiana.

Non si tratta di “spalle” o “comprimari” ogni attore/personaggio rappresenta nei suoi eccessi un aspetto fondamentale dell’artista piemontese, le sue sfaccettature, le sue inclinazioni, le sue personalità probabilmente sono quelle di ognuno di noi. Vivere una sana maturità non significa soffocare questi aspetti magici, folli o triviali di cui siamo custodi, ma trovare un equilibrio che tenga conto nella giusta misura di ogni impulso, slancio e visione. Il protagonista riuscirà alla fine del viaggio a conciliare le sue anime e a traghettarle verso un’altra fase della vita.

Quando si assiste ad uno spettacolo del genere spesso ci si chiede “ma come fa?” nel tentativo di comprendere il trucco e riportare tutto ad una dimensione razionale e catalogabile. Occorre per godersi il viaggio abbandonarsi al corto circuito dei sensi, lasciarsi ingannare da ciò che è e non sembra.

Brachetti che sorpresa!

Occorre riconquistare lo sguardo di un bambino e tornare a meravigliarsi. Queste intenzioni sono supportate da un apparato tecnico straordinario, l’uso del video mapping crea relazioni visionarie tra oggetti, immagini, scene e attori, raggi laser vengono manipolati, corpi si sospendono e volteggiano. Ciò non vuol dire che per creare nuovi mondi siano necessari strumenti ultramoderni, i giochi d’ombra, antichi quanto l’uomo possono lasciare lo stesso a bocca aperta.

Brachetti infine si dedica anche al sand painting e regala al pubblico di Napoli un quadro che firma uno spettacolo sorprendente. Concludo rubando una citazione al libro di Brachetti che nella sua semplicità è una risposta al perché del Teatro. Interpretare qualcun altro è il modo più divertente, oltre che più sincero, per essere se stessi

2 COMMENTI

  1. titolerei “Brachetti che delusione” ! Lui sta in scena per un terzo dello spettacolo, per il resto battutacce stantie, il peggio di quanto già visto in televisione. Gag con il pubblico imbarazzanti, doppi sensi come ai tempi di mio nonno. Il costo del biglietto però è da grande varietà, da Brachetti One Man Show. Insomma non vedevo l’ora che finisse !

  2. Mi associo a Manuela… Delusione totale!!!! Mi sono vergognata di aver regalato i biglietti di “Brachetti che sorpresa”!
    Mi aspettavo uno spettacolo incentrato sulla bravura di Brachetti il trasformista, così come avevo sentito dire, ed invece mi sono trovata ad una serata di bassissimo livello in cui lui è stata una comparsa!
    È stato uno spettacolo di prestigiatori da quattro soldi e comici che facevano battute copiate, superate ed irritanti! Mi sono pentita di non aver mollato il colpo, trattenuta forse dalla costo del biglietto e dalla speranza che qualcosa migliorasse!
    Sconsiglio assolutamente! Mai più!!!!!

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