Falstaff e le allegre comari di Windsor al Globe Theatre

Dal 24 giugno al 10 luglio a Roma per la regia di Marco Carniti

Una bandiera Italiana troneggia sul palco e dopo un prologo di dubbio gusto, vuoi per l’inno di Italia, vuoi per l’irruzione in platea del cast in veste di manifestanti … forse sindacali, vuoi per la scarsa visibilità dagli spalti della struttura del Globe Theatre, donde tutti in piedi a sbirciare di sotto, sul palco un trionfo di costumi a firma Gianluca Sbicca e le allegre comari che hanno ricevuto due lettere gemelle con destinatari differenti, negli appositi spazi bianchi danno il via alla commedia di Shakespeare.

Mrs Ford e Mrs Page ricevono questi plichi per mani di Robin, validamente interpretato da Dario Guidi, eclettico interprete a tutto tondo, che ci accompagna con l’arpa suonata dal vivo per tutto il corso della vicenda, servitore di Sir John Falstaff. Le due comari di Windsor Antonella Civale e Loredana Piedimonte rispettivamente, in fogge emule delle famosissime Drag Queen romane Karma B un portento di bravura, i due Master Ford e Master Page, i loro mariti, aiutate e supportate dai servitori dell’attempato uomo, un tempo testa bianca e ventre tondo, ma in scena è un corpulento Antonino Iuorio, brillante per testa e ritmica recitativa, vista la difficolta della drammaturgia richiesta al suo personaggio, tramano nei suo confronti tranelli e truffe per la derisione che ne consegue a tali messaggi, forieri di un uomo dalla dubbia credibilità.

I dotti, medico e giudice in particolare, organizzano il matrimonio della bella e gentile Lady Ann, un’esile e garbata, talora impercettibile Valentina Marziali, figlia dei nobili Page, con Abraham Slender, come da desiderata del Master Page. Ma eccolo “…tocca fare tutto a me,  … pulire, lavare, scopare…” entra in scena una fisicità dirompente avvolta in un bellissimo costume rosso, con tanto di coulisson e calze rosse e intimo, all’uso in vista, di pizzo bianco in ottimo e visibile contrasto Madame Quickly, o l’impareggiabile Patrizio Cigliano, il più bravo di tutti, vero regista di palco, per ritmo, tempi, comicità, vocalità e duttilità interpretativa. Nelle sue trame comunica a Sir John Falstaff, i tempi morti di Madame Ford per eventualmente incontrarla, con particolare attenzione all’arrivo improvviso, laddove accadesse del marito gelosissimo. Ed ecco la faccendiera si allunga apre la mano e ivi cade un sacchettino di ’monete’ rosso anch’esso.

Tra gli affari della Madame emerge anche riuscire a che lo sposalizio di Lady Ann, come la giovane preferisce, sia con l’altro bravissimo attore che Sebastian Gimelli Morosini, in arte Fenton, elegante e plastico nei movimenti talora statuari, se non stentorei, ottimo come contro immagine della ‘ruffiana’ e gli garantisce un valido intervento e rieccoci “..tocca fare tutto a me, … pulire,  lavare,  scopare…”, si allunga apre la mano e ivi cade un sacchettino di ’monete’ rosso.

E qui la giostra ad orologeria messa inscena dall’abile regia di Marco Carniti, porta Falstaff alla dimora di Madame Ford e ivi costei aiutata da Madame Page mette in atto la truffa ai danni del robusto e possidente, ma ubriacone signore, e all’arrivo del marito lo buttano e nascondono in una ‘cesta’ destinata, insieme ai panni sporchi da lavare, al Tamigi dove finirà ivi immerso, proprio nelle acque del fiume. Ma i tranelli non finiscono,  Master Lord non si fida della moglie e nei panni del lestofante, Mr Brook, mai ben pronunciato dal vecchietto sempre sbronzo, di una grandezza scenica rinomata, il fido attore Gianluigi Fogacci, già noto al pubblico del Globe Theatre per le sue abilità, interviene a rendere ancor più vivace la vicenda dei tranelli al facoltoso e facilone Sir John e aiutato da Madama Quickly, “..tocca fare tutto a me,… pulire, lavare, scopare…”, si allunga apre la mano e ivi cade un sacchettino di ’monete’ rosso porterà di presa in giro a presa in giro il nostro Falstaff a travestirsi in Stregone dai costumi fantasmagorici ad essere malmenato.

Non c’è tregua all’ilarità e all’ipnosi dello spettacolo fino alla truffa finale, tutti in maschera e al matrimonio tra Fenton e Lady Ann. Si tutto ad opera di Madama Quickly, “..tocca fare tutto a me,…pulire, lavare, scopare…”, si allunga apre la mano e ivi cade un sacchettino di ’monete’ rosso, ed ecco l’applauso meritato e ripetuto diverse volte dopo ben tre ore di commedia. Tutti eccelsi e che armonia tra i vari attori, si evince nel girotondo a chiusura che mette al centro l’arpista Robin, un cervo, un po’ Achille Lauro, ormai uomo immagine divertente e divertito della compagnia: ecco la chiave di una messa in scena così precisa nei ritmi e nell’appeal che ne è risultata.