Eneide di Krypton, un nuovo canto

[rating=2] Tre scudi di marmo neri dietro cui si cela un coro di musici e un anziano Enea, condottiero e direttore d’orchestra. Lentamente Il guerriero troiano si spoglia della sua armatura e del terrore che imprigiona gli uomini. E’ sbarcato insieme ai troiani sopravvissuti a Cartagine, la grande città della Libia, che accetta gli stranieri “perché non ha il cuore ingabbiato dall’odio”.

Trent’anni fa l’Eneide di Krypton diretta da Cauteruccio con le musiche dei Litfiba fu uno spettacolo innovativo che generò una vera e propria rivoluzione teatrale: la rappresentazione multimediale di un poema epico in cui la musica si fondeva con le luci, dando vita ad un’immagine folgorante del nuovo teatro italiano.

Oggi ritorna, arricchito dalle nuove possibilità offerte dalla musica elettronica e dalle luci che creano scenari multimediali, digitali e interattivi. E così lo spettatore è avvolto dalle onde del mare; si addentra in una misteriosa Cartagine; vaga in un bosco poco prima di un temporale e finalmente sbarca sulle coste laziali.

A differenza dell’83, questa volta i musicisti sono sul palcoscenico pronti a narrare i frammenti di questo epico viaggio. Ma qualcosa manca. Le luci stupiscono e avvolgono; le musiche cullano e trasportano in una dimensione quasi onirica. Ma il gesto attoriale non arriva forse a scalfire l’animo dello spettatore, non esprime appieno la forza del testo.

Esita, inciampando in una pletora di effetti sonori e visivi,che pur essendo di grande bellezza, non riescono a dare un “cuore pulsante” allo spettacolo. E così si assiste mestamente ad uno spettacolo visionario, ma pretenzioso.

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