
Prosegue a gonfie vele il Contemporanea Festival di Prato, di cui abbiamo recensito gli spettacoli di apertura Nos Solitudes e Someone In Hell Loves You.
Gli appuntamenti di martedi 8 e di mercoledi 9 ottobre sono tutti all’insegna delle nuove generazioni teatrali, nazionali ed europee.
Martedì 8 ottobre Contemporanea ospita due delle realtà teatrali più interessanti tra i giovani artisti italiani, entrambi fiorentineː alle 20.30 al Teatro Fabbricone TEATRO SOTTERRANEO porta in scena Be legend!, una docufiction a puntate che reinventa l’identikit infantile di alcuni personaggi storici o dell’immaginario divenuti icone leggendarie. Nella tappa pratese, a Contemporanea, tre bambini diversi incarneranno rispettivamente Amleto, Giovanna d’Arco e Adolf Hitler per come potevano essere a 10 anni. Verranno cercate nei bambini le tracce dei miti che tutti conoscono e gliele verranno messe addosso, costruendo una sorta di profezia a ritroso. Sulla scena verrà ricostruita la vita dei tre personaggi, interpretati nella loro infanzia e pre adolescenzaː i gesti, l’ambiente, i giochi, come sono, come diventeranno, il destino segnato. Tutto ciò, mischiato agli elementi vividi della vita reale di bambini normali del nostro tempo, in un continuo divertente entra ed esci dal personaggio.
Mentre alle 22.00 sempre al Teatro Fabbricone CODICE IVAN presenta Muori, un lavoro liberamente ispirato al Requiem di Mozart che indaga non la morte in sé ma il processo del morire e il decadere di ciò che forma l’identità. Tre performers e tre linguaggi (parola, corpo, immagine) convivono e si confrontano in scena finché il Requiem di Mozart irrompe come cortocircuito portando con sé una sconvolgente energia vitale che mette l’accento sulla brevità, ma anche sulla irripetibilità della vita, pur essendo una messa funebre. Allo stesso modo, la presa di coscienza della mortalità si concretizza in una sorta di liberazione dalla morte stessa, divenendo un invito all’azione, al fare, al vivere. Si tratta quindi di uno spettacolo non sulla morte ma sul morire, ovvero sul vivere, di un processo attivo, vitale, un lavoro etico e politico.
Mercoledì 9 ottobre a Contemporanea ci sarà la danza di due giovani compagnie selezionate all’intero del progetto regionale I teatri del tempo presente e due curiose proposte europee – una performer ballerina inglese e un simpatico duo spagnoloː alle 20.30 al Teatro Fabbricone la giovane compagnia di danza milanese FATTORIA VITTADINI, composta da undici danzatori diplomati alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, riflette con To this purpose only sull’idea dell’Italia così come viene concepita qui e all’estero. Sulla scena si danzano passato e presente del nostro paese, le nostre radici, le sensazioni e le differenti fisicità che sono radicate nella nostra memoria, l’idea di famiglia, i valori tradizionali, i miti, la religione e i tipici clichés, tutti filtrati attraverso le esperienze personali dei danzatori.
Alle 20.30 sempre al Teatro Fabbricone il talentuoso artista trevigiano MARCO DʼAGOSTIN, che ha vinto nel 2010 il premio Giovane Danza d’Autore Veneto, presenta Per non svegliare i draghi addormentati danzando in scena insieme a Francesca Foscarini e Floor Robert. Nato come riflessione sulla perdita di potere e sulla necessità di interrogare continuamente la relazione tra sé e il mondo, lo spettacolo indaga la possibilità di ricostruire la propria immagine e il proprio stare a partire da un punto che risiede dietro e lontano da noi, e verso un punto che non scorgiamo ancora, del quale abbiamo forse paura.
Alle 22.30 al Teatro Magnolfi tocca alla performer inglese LUCY SUGGATE dare vita a due brevi assoliː Liquid Gold, un piacere visivo che fa apparire gli arti liquidi, la spina dorsale come melassa, il corpo fluido in espressione, articolazione e pensiero, e Dry Surfing, uno studio sui limiti fisici che associa il concetto di danza all’esercizio del fare surf (in replica il 10 ottobre alle ore 22.30).
Sempre alle 22.30 allo Spazio K, il simpatico duo spagnolo JORGE DUTOR e GUILLEM MONT DE PALOL ci mostra come si possa conferire autorità alla cultura pop divenendo Los micròfonos di noi stessi, amplificatori naturali di concetti comuni, popolari. Suonando e ricomponendo testi, ritornelli, titoli di canzoni e altri elementi presti dalla cultura popolare, suggeriscono ritmi, dinamiche, sensazioni e affetti che attraverso associazioni selvagge riescono ad aprire l’occhio e le orecchie dello spettatore su squarci di memorie personali.
Maggiori informazioni: www.contemporaneafestival.it