
Dal 10 al 19 luglio torna Santarcangelo dei Teatri a Santarcangelo di Romagna: per la sua 45^ edizione il festival, in linea con quanto accade nelle grandi vetrine europee, si connota sempre più come un centro di ricerca e di creazione, disegnando traiettorie e relazioni tra artisti italiani e stranieri.
Ecco dunque che alcuni artisti sono stati invitati a lavorare in alcuni spazi pubblici della città, la biblioteca e il mercato per esempio, alla ricerca di una relazione possibile con il luogo, e altri a risiedere a Santarcangelo di Romagna per lunghe residenze che coinvolgono anche i cittadini, nella reinvenzione necessaria di una relazione specifica con una località. L’invito è radicarsi per guardare altrove, per farsi contaminare dal nuovo e dal presente, dai linguaggi di altri Paesi. Interrogarsi e assecondare il processo di creazione attraverso le residenze d’artista, o indagare lo spazio pubblico attraverso pratiche di intervento artistico, ecco le ragioni di un festival sensibile all’oggi, sismografo del presente, di cui traccia alcuni spazi, diagrammi, evidenze. Un festival quindi, ed è qui la sfida intrapresa, dalla forte vocazione “politica”, come dimostrano gli spettacoli che aprono e chiudono Santarcangelo dei Teatri.
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L’apertura, il 10 luglio, è affidata al lavoro di Milo Rau Breivik’s Statement (prima nazionale, venerdì 10 ore 21.30, Piazza Ganganelli). Per la prima volta in Italia, Rau, artista che ama indagare temi tra cronaca e politica, in questo spettacolo lavora sul lucido e controverso discorso che il norvegese Breivik, fondamentalista cristiano e nazionalista, ha pronunciato in Tribunale per difendersi dall’accusa di aver ucciso, nel 2011, donne e uomini riuniti in un seminario politico di ispirazione socialista a Utoya. Un testo dove la banalità apparente del male si mostra nella sua terribile ferocia.
Go DEEP invece è il progetto che il Festival ha affidato ai Motus e che si rivolge ai giovani del territorio invitandoli a lavorare insieme per dieci giorni all’ex Cinema Astoria, sala della città abbandonata ormai da anni. Un laboratorio dalla forte valenza politica e che porterà alla realizzazione, anche grazie al contributo dell’artista visivo Andreco, che lavorerà su materiali di scarto di Arte Fiera Bologna, di una grande parata notturna che accompagnerà alla chiusura del Festival (prima assoluta, sabato 18 a mezzanotte, Piazza Ganganelli).
Due prime nazionali disegnano il confronto tra teatro e contemporaneità, tra urgenza artistica e necessità politica del teatro di ricerca di oggi.
Come accade appunto nel lavoro dell’ungherese Béla Pinter che in Our Secrets (prima nazionale, venerdì 10 ore 20.30, sabato 11 ore 22.30, domenica 12 ore 21.30, Supercinema) mette in scena, in forma di teatro musicale, la storia di un’amicizia ambientandola negli anni 70 del 900: un’indagine acuta che prende spunto dal privato per guardare all’Ungheria di oggi guidata da un governo di ispirazione totalitarista. Oppure nel lavoro di Amir Reza Kooesthani che in Timeloss (prima nazionale, venerdì 10 ore 22.30, sabato 11 ore 21.30, Hangar Nero) porta in scena l’Iran di oggi.
Nel disegno di un festival sempre più orientato alla creazione, le residenze d’artista registrano una netta trasformazione di formato sviluppandosi in vere e proprie residenze di produzione che trovano formati ed esiti diversi.
Ecco quindi che un artista come lo svedese Markus Ohrn è stato chiamato in Romagna per pensare e creare per il festival un progetto dal sapore antropologico come Azdora (da venerdì 10 a domenica 19, ore 19.00-22.00, performance ore 19.30, Spazio Saigi/ Club Azdore), coinvolgendo donne adulte e anziane della città in un approfondito percorso di lavoro comune sulla figura della padrona di casa.
L’artista visuale Cristian Chironi sarà presente con Audioguide (da venerdì 10 a domenica 19, ore 10.30-12.30/17.00-21.00, Piazza Ganganelli), una serie di audio guide che realizzerà grazie al contributo degli ambulanti che ogni venerdì abitano Piazza Ganganelli con le loro bancarelle.
Anche i Muta Imago hanno lavorato sul sonoro e hanno creato Antologia di S. (prima assoluta, da venerdì 10 a domenica 19, ore 10.00-02.00, Piazza Ganganelli n.10), realizzato interrogando i passanti sulla ricerca di un perduto amore giovanile. Il risultato di questo lavoro sarà un vero e proprio radiodramma che si potrà ascoltare nei giorni del festival.
Mette Edvardsen proporrà Time has fallen asleep in the afternoon sunshine (da venerdì 10 a domenica 12 e da martedì 14 a domenica 19, ore 10.30-12.30; 15.00-18.00, Biblioteca A.Baldini) che trae ispirazione da Farheneit 451 di Ray Bradbury, da cui Truffaut girò il film omonimo, il tutto sul set teatro della Biblioteca Comunale di Santarcangelo.
Santarcangelo apre inoltre a inedite collaborazioni tra discipline e propone lavori che vedono il festival produrre, in collaborazione con centri di arte contemporanea, nuovi oggetti tra teatro, performance e scena visiva.
E’ questo il caso del lavoro di Christophe Meierhans artista svizzero/belga che in Some use of your broken clay pots lavoro coprodotto da Santarcangelofestival e On Bologna (venerdì 10 ore 20 e sabato ore 11 ore 22.30, Hangar Bianco; domenica 12 ore 21.30, Piazza Ganganelli) invita gli spettatori a immaginare insieme una possibile nuova Costituzione e una nuova forma di voto e di governo. Si muove tra il gesto politico e quello artistico anche il lavoro del collettivo tedesco Ligna che ne Il grande rifiuto (prima nazionale, venerdì 10 ore 19.00, sabato 11 ore 17.00, domenica 12 ore 18.00, lunedì 13 ore 19.00, venerdì 17 ore 19.00, sabato 18 ore 17.30. domenica 19 ore 17.00, Arco Piazza Ganganelli) si interroga su cosa sarebbe successo se l’Internazionale socialista prevista per l’agosto 1914 avesse avuto luogo e si fosse opposta al possibile e imminente scoppio della Prima Guerra Mondiale. Il lavoro di Ligna è il frutto di una serie di residenze di ricerca sviluppatesi a Bolzano, Bologna, Genova come risutlato della collaborazione tra Ar/Ge Kunst e On Bologna con Santarcangelo, Festival Transart, Goethe-Institut, Teatro della Tosse.
Due altri esempi di teatro politico, di un teatro dove il presente emerge con forza, e di cui il teatro si fa interprete capace di ri-narrare le storie recenti e farle pubbliche, sono due lavori di compagnie italiane.
Il Teatro delle Albe proporrà Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi (giovedì 16 e venerdì 17 ore 21.30, sabato 18 ore 19.30, Hangar Nero), lavoro che narra la straordinaria vita del Premio Nobel birmano. Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni (venerdì 17 ore 20.00 e sabato 18 ore 22.30, Supercinema) di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, narra invece la storia di quattro pensionate suicide nel pieno della crisi economica greca, in un lavoro che muove da l’Esattore, romanzo del grande scrittore ellenico Petros Markaris. (leggi la recensione)
Il tema del gender – è proprio di questi giorni l’intervento del Presidente della Repubblica Mattarella contro l’omofobia – trova spazio a Santarcangelo15 grazie a Silvia Calderoni di Motus, che presenta MDLSX (prima assoluta, sabato 11 e domenica 12 ore 20.00, lunedì 13 ore 21.30, martedì 14 ore 21.00, giovedì 16 ore 20.00, venerdì 17 ore 23.00, sabato 18 ore 20.00, Teatrino della Collegiata), un assolo in cui indaga il confine tra maschile, femminile e la mutabilità di genere e la sua valenza soggettiva e politica.
Forte del consenso suscitato dal numero zero dello scorso anno, prosegue la sperimentazione de la Piattaforma della danza balinese (da venerdì 10 a domenica 12 e da venerdì 17 a domenica 19 ore 17.00-19.00, Sala del Consiglio Comunale), progetto speciale del Festival curato dai tre coreografi Cristina Rizzo, Michele di Stefano e Fabrizio Favale, che lungo le dieci giornate del festival creeranno un contesto di ricerca e scambio artistico negli spazi del Municipio di Santarcangelo.
Al festival si vedranno i lavori di protagonisti assoluti della danza contemporanea come Tino Sehgal, attualmente artista visuale a tempo pieno, il cui lavoro è stato premiato con il Leone D’Oro alla Biennale di Venezia, ma danzatore e coreografo di formazione: untitled (2000) (sabato 18 e domenica 19 ore 19.00 e ore 20.00, Lavatoio) è un lavoro che nasce quindici anni fa e che per Santarcangelo 15 trova un interprete di eccezione in Boris Charmatz direttore del Musée de la Danse di Rennes e Frank Willens. Un assolo che ripercorre e attraversa i vari linguaggi della danza del Novecento.
La danese Mette Ingvartsen in 69 Positions (prima nazionale, sabato 18 ore 22.30 e domenica 19 ore 21.30, Hangar Bianco) indaga, avvalendosi di materiali d’archivio, il rapporto tra politica, sessualità e performance.
L’idea di confrontarsi con materiali d’archivio ispira anche Archive dell’israeliano Arkadi Zaides (Lavatoio, sabato 11 ore 20, domenica 12 ore 23) che prende spunto dai gesti filmati dalle videocamere di sicurezza del centro di informazione per i diritti umani nei territori occupati per dare forma a un forte gesto di testimonianza attraverso il corpo e il suo appropriarsi delle posture e dei movimenti dell’occupazione israeliana in Palestina.
Collettivo Cinetico, uno dei migliori giovani gruppi di danza espressi dal panorama coreografico italiano degli ultimi anni sarà al Festival con due lavori: Ball Roaming (sabato 11 ore 20.30, Spazio Saigi) che invaderà le piazze di Santarcangelo con un gruppo di giovani interpreti che danzeranno guidati dall’ascolto delle loro cuffie audio e Cinetico 4.4 (venerdì 10 ore 17.00, sabato 11 ore 16.30, domenica 12 ore 17.00, Piazza Ganganelli), originale lavoro in forma di gioco di ruolo.
Sono le pratiche di intervento sullo spazio pubblico uno dei principali oggetti su cui si concentra il lavoro e l’indagine di Santarcangelo 15. Alcune di queste saranno indagate anche grazie alla collaborazione con il centro artistico belga Vooruit.
Grazie a questa iniziativa che si inaugura in questa edizione e proseguirà seguendo un progetto pluriennale, saranno a Santarcangelo i lavori di quattro giovani artisti, che lavoreranno sui temi come il diritto alla casa, le forme di relazione tra ospiti e stranieri: tra gli altri, Veridiana Zurita, artista di origine brasiliana ma residente in Belgio propone Host me and I’ll cook for you (prima nazionale, giovedì 16 e venerdì 17 ore 20.00-23.00, sabato 18 e domenica 19 ore 18.00-23.00, Sala Porta Cervese). Nei giorni precedenti il festival Veridiana sarà ospite di alcuni Santarcangiolesi e cucinerà insieme a loro in un gesto che da quotidiano si fa politico.
Ancora: How to build a Manifesto è un progetto speciale di Santarcangelo15. Si tratta di cinque pubblicazioni in versione bilingue, italiano/inglese che si sviluppa in una raccolta di materiali da leggere come un saggio, una narrazione.
Si vuole così costruire un manifesto aperto, un lavoro in costruzione, la narrazione di un lavoro che spesso resta invisibile al pubblico ma che è il vero valore di un’esperienza come quella di un festival, un lavoro che coinvolgerà più di 30 autori. L’ultimo numero, dedicato a How to Build the Future, sarà affidato alla School of Exceptions, una scuola realizzata insieme al progetto di ricerca Aleppo e alla tedesca Università di Giessen che coinvolgerà dodici giovani selezionati grazie ad un bando pubblico per l’intera durata del festival.
Maggiori informazioni: www.santarcangelofestival.com