La Tosca firmata Sandrelli simbolo della lotta al femminicidio

Al Festival Puccini di Torre del Lago ultima replica dell’opera pucciniana diretta da Alberto Veronesi

© Festival Puccini

Ultima replica per la “Tosca” firmata Stefania Sandrelli il 13 agosto al Festival Puccini di Torre del Lago.

L’opera pucciniana, andata in scena per la prima volta il 14 gennaio del 1900 al Teatro Costanzi di Roma, mostrò fin dal suo esordio la sua moderna intensità espressiva, guadagnandosi un crescente successo. E la regia della Sandrelli ne denota tutta la modernità, assurgendola a simbolo della lotta contro la violenza di genere sulle donne.

Ecco allora in primis Tosca esibire un acceso abito fucsia, emblematico colore la cui forza sembra gridare contro i soprusi del violento Scarpia ed ancora il fil rouge tornare nella gigantografia della mappa di Roma appesa nella stanza di Scarpia, dove il Tevere si tinge di fucsia sulla scia delle molteplici prede del potente, fino alla nefasta benda che copre gli occhi della statua di San Michele Arcangelo nel terzo atto. Il rosso secondo colore di denuncia, sprizza la sua violenza prima ai piedi di Scarpia, infine nell’esercito di scarpette rosse che invadono l’ultima scena a rappresentare i fantasmi delle donne vittime di violenza.

© Festival Puccini

Una regia potente, il cui messaggio arriva con forza, ancor più sottolineato dai bianchi e neri della scena e dei costumi, che fanno di Scarpia e dei suoi seguaci cupi uomini senza volto, sorta di figure vampiresche che si nutrono della vitalità colorata dell’arte, distruggendola, e di umane masse sanguinolente, come quella in bella mostra nello studio di Scarpia.

Sapiente e d’effetto il disegno luce di Valerio Alfieri, che proietta l’imponente ombra di San Michele Arcangelo a monito di ciò che sarà e sottolinea con maestria le scene cariche di pathos.

Buono il cast su cui spicca la prova di Vincenzo Costanzo nei panni di un intenso Cavaradossi, dalla voce piena ed il timbro lucente, che osa con vigore e senza paura negli acuti, regalando a gran richiesta il bis della splendida aria “E lucevan le stelle”. Discreta prova anche per il subdolo Scarpia di Franco Vassallo, gran padrone della scena nel secondo atto. Delude la Tosca di Hiromi Omura poco espressiva e dai movimenti rigidi e impacciati, la cui voce non trasmette la carica del personaggio protagonista.

© Festival Puccini

Valida prova per il resto del cast, ovvero l’Angelotti di Christian Federici, il Sagrestano dalle note comiche di Gian Luca Giuga e lo Spoletta senza scrupoli di Nicola Paimo.

Alberto Veronesi dirige in modo discreto ma senza troppa enfasi l’Orchestra del Festival Puccini ed infine saluta con qualche inciampo il pubblico.

Buona l’esecuzione del Coro e delle Voci Bianche.

Pubblico sommerso dall’umidità del lago ma soddisfatto.

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