Aida monumentale e lunare al Comunale di Firenze

La settantaquattresima edizione del Maggio Musicale Fiorentino si inaugura all’insegna della tradizione con l’applauditissima Aida di Verdi sulle scene del premio Oscar Dante Ferretti e regia di Ferzan Ozpetek.

Aida è un’opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni, basata su un soggetto originale di Auguste Mariette. La prima rappresentazione avvenne alla Khedivial Opera House del Cairo il 24 dicembre 1871, diretta da Giovanni Bottesini. Dunque un titolo del grande repertorio per inaugurare il Maggio, scelta non usuale per un festival votato fin dalla nascita ad esplorare territori inediti del teatro musicale. Aida però era stata individuata da Mehta per inaugurare il nuovo teatro; purtroppo le note vicende giudiziarie hanno bloccato i lavori, così il teatro inaugurerà il 21 dicembre con un grande concerto (Mehta sul podio, una prima mondiale di Bussotti e la Nona di Beethoven), mentre per la lirica e per il nuovo palcoscenico si dovrà aspettare novembre 2012.

Le scene di Dante Ferretti risultano essere grandi elementi scenici isolati, monumentali nel loro imponente anelito egizio, un po’ sacrificati nello spazio del palco, poeticamente credibili. Meno convincente la regia di Ferzan Ozpetek, un po’ statica, che stupisce solo con l’elemento del sangue nell’arcaico sacrificio, dove le candide vestali si lordano le mani, e, soprattutto, nella scena del trionfo, introdotta da una bimba lacera e sanguinante, che danza il proprio terrore fino a crollare a terra esausta. Bella anche la coreografia di Francesco Ventriglia, efficace ed elettrica.

Sulla compagnia di canto svetta l’Aida fremente di Hui He, soprano cinese specialista del ruolo. Marco Berti è un Radamès squillante; Ambrogio Maestri, Amonasro, inonda la sala con la sua voce roboante, a cui risponde da pari il Ramfis di Giacomo Prestia.

Successo caloroso, anche se le aspettative erano di gran lunga maggiori.