
È l’Assessore Anna Beltrame a introdurre la serata invitando il pubblico con il suo “Leggete, leggete, leggete”. Sale sul palco il pratese Sandro Veronesi, solo due settimane prima il fratello Giovanni aveva riunito, in piazza del Comune, Giuliano Sangiorgi, Giovanni Nuti e Rocco Papaleo. I due fratelli, infatti, saranno gli “ambasciatori culturali di Prato”, come commenta il Sindaco Roberto Cenni arrivato alla fine per un saluto.
Ospite d’eccezione Niccolò Ammaniti, lo scrittore romano che esordì con Branchie, in prima battuta pubblicato da un piccolo editore della CGL, come lui stesso racconta.
Veronesi ha portato con sé un articolo di Repubblica del 13 maggio, che parla della nevrosi di Alessandro Manzoni e commenta: “Dopo aver scritto i Promessi Sposi, Manzoni non solo non scrive più nulla, ma dedica decenni a demolire la letteratura di finzione, non me la racconta giusta! Poi, leggo questo articolo di Repubblica e scopro che era fuori come un balcone. Poteva dirlo! Al posto di gettare il seme tremendo della mancanza di rispetto per la narrativa!”
Poi prosegue rivolgendosi al collega: “Niccolò è uno degli scrittori che amo di più perché è un narratore. Te ne hai raccontate di balle…”
“Sì, mi viene naturale. Nasce dall’insufficienza di quello che stai vivendo. Non ho mai sentito la necessità dell’autobiografia” risponde Ammaniti.
La chiacchierata continua. “Esiste un grado di realtà che può obliterare tutto quello che uno scrittore può inventare?” chiede Veronesi. Ammaniti: “Esiste, solo che chi scrive lo deve superare. L’originalità sta nell’essere capaci di inventare. Sono stato rimandato per cinque anni al Liceo, sempre in italiano…”
La serata si snoda tra riflessioni sulla scrittura e sull’importanza di scoprire libri belli e consigliarli, come commenta Ammaniti: “Visto che mi è piaciuto così tanto te lo regalo, così capisci anche un pochino di me”. Veronesi, invece, distingue la narrativa dalla non narrativa: “Nella saggistica non c’è dolore, mentre il narratore se ha del dolore te lo dà”.
Non mancano poi, divertenti aneddoti inerenti a esperienze comuni o alla scoperta di quale mestiere facesse il padre di Niccolò Ammaniti, in video.
Mentre da Piazza Duomo arriva qualche urlo, il suono di un allarme distrae appena i presenti e qualche ciclista suona il campanellino della sua bici intento nella pedalata notturna, il pubblico rimane attento focalizzando l’attenzione sui due scrittori. Ammaniti con i sandali da francescano e la camicia che sborda un po’ dai pantaloni, sembra essersi catapultato a Prato letteralmente da un altro mondo, osservando le sue espressioni perplesse, qualcuno si chiede se tutto ciò non finirà in uno dei suoi libri… Veronesi, arrivato con il mazzo di chiavi attaccato alla cintura, si diverte in mezzo ai suoi concittadini regalandoci una bella serata all’insegna della cultura.
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