Mr.Robot, la serie sul mondo degli hacker ispirata a “Fight Club”

Messa in onda su Mediaset Premium a partire da marzo ed è già considerata un capolavoro dagli addetti ai lavori, così come è molto apprezzata anche dal pubblico: si tratta di “Mr.Robot”, la serie che ha avuto già diversi riconoscimenti importanti.

Mr. Robot

A metà tra un thriller, un hacker movie e un film di spionaggio, Mr. Robot sta ottenendo numerosi consensi dal pubblico della piattaforma Mediaset Premium. La serie, creata dallo sceneggiatore Sam Esmail, prende molto da cult del cinema come Fight Club, in primo luogo e V per Vendetta ( i più clamorosi). Sono inoltre omaggiati i classici come Ritorno al Futuro, Pulp Fiction,  e via dicendo. La serie racconta le vicende del giovane Elliot Alderson, che si destreggia nella sua doppia vita di ingegnere esperto di sicurezza informatica nell’azienda Allsafe, di notte hacker/giustiziere. Elliot è un ragazzo disturbato, socio fobico, dipendente dalla morfina e fortemente depresso a causa della morte di suo padre, avvenuta quando Elliot era solo un ragazzino. Un giorno viene avvicinato da uno stralunato e totalmente folle anarchico rivoluzionario chiamato Mr. Robot, che lo invita ad entrare nel gruppo di hacktivisti “fsociety”, di cui egli è leader.

Il manifesto di fsociety è liberare l’umanità dai debiti con le banche e smascherare i corruttori che stanno distruggendo il mondo. Per convincere il ragazzo a unirsi alla causa, Mr. Robot dice di voler causare il fallimento della multinazionale E Corporation, ritenuta responsabile di un disastro ambientale che ha causato la morte del padre di Elliot e di altre centinaia di persone. La E Corp, che il gruppo di hacker soprannomina “Evil Corp” (cioè multinazionale malvagia), è il cliente principale della Allsafe e per il quale Elliot sarà nominato supervisore della sicurezza informatica. Elliot, dapprima titubante, decide infine di unirsi alla causa. Si scontrerà man mano, con una serie di eventi deliranti e misteriosi, durante la quale prenderà coscienza di se stesso e della realtà che lo circonda.

Mr. Robot

Le allucinazioni di Elliot, le idee visionarie di Mr. Robot e i sentimenti, le emozioni e le relazioni che legano il protagonista agli altri personaggi sono frutto di una profonda influenza del film Fight Club, ed in generale, del cinema di David Lynch, che Sam Esmail ha magistralmente unito in una serie di elementi che creano scene dinamiche e alternativamente statiche e riflessive, in cui si sviluppa una forte dose di suspance nell’attesa della scena successiva. Ottima anche la scelta degli attori: Elliot è impersonato dall’attore di origini egiziane Rami Malek (molti lo avranno sicuramente riconosciuto per aver interpretato il faraone Ahkmenrah nella trilogia de Una notte al museo), l’attrice Carly Chaikin interpreta la ribelle e stravagante Darlene, hacker esperta di malware, Portia Doubleday è Angela Moss, migliore amica di Elliot, Martin Wallström impersona il senza scrupoli e arrivista Tyrell Wellick ed infine Christian Slater è – e non poteva essere altrimenti – Mr. Robot.

Ma perché piace una serie come Mr. Robot? Semplice. Mr. Robot parla di noi, della nostra società e non solo dei soliti Stati Uniti e basta, ma anzi, sfrutta la crisi economica americana per un discorso più generale, a livello mondiale. Gli argomenti contro cui la fsociety si batte sono le banche e le multinazionali; non si parla di supereroi, di alieni o di super criminali che solo un forzuto “action-man” può battere, no! Finalmente una delle poche serie (tra cui House of Cards) che ha un vero peso, che parla di concetti reali che gravano sulle coscienze di tutti e che a ben guardare, utilizza gli USA solo come tramite per mostrare come partendo da un piccolo gruppo di persone è possibile rivoluzionare il mondo intero.

Non ci resta che attendere trepidanti la seconda stagione, in cui molto di quello che è stato svelato nella prima, avrà risvolti sicuramente inaspettati.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here