Fiesole ai maestri del Cinema, premiato il regista Dario Argento

Rivivere il brivido dell’horror firmato Dario Argento, in una calda serata d’estate. Luogo prescelto l’anfiteatro di Fiesole, con musiche dal vivo di Claudio Simonetti e la proiezione del film Profondo rosso, restaurato dopo 40 anni dalla sua prima uscita. Una serata speciale vissuta domenica 19 luglio con il regista Dario Argento che, in quell’occasione, ha ricevuto il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema, nell’ambito della 68ma edizione dell’Estate Fiesolana. Il prestigioso riconoscimento è stato conferito dal Gruppo toscano del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, dal Comune di Fiesole, in collaborazione con la Fondazione Sistema Toscana.

L’incontro con il maestro dell’horror ha avuto inizio alle 18,30, accompagnato dall’attrice del film Dracula in 3D Marta Gastini, il cantante dei Baustelle Francesco Bianconi e il musicista dei Goblin Claudio Simonetti. Un incontro dove il regista ha ripercorso i suoi inizi di regista, e prima ancora di critico cinematografico per Paese Sera. “Firenze mi ha portato fortuna. Una volta sono venuto con mio padre per la prima di uno dei miei film, al cinema Capitol – ha ricordato Argento – e avevo paura che non ci fosse nessuno invece la sala era piena di gente”. Ha quindi raccontato aneddoti e curiosità dei tanti suoi film:

“Il film di Profondo rosso l’ho scritto in un vecchio casolare dove mancava perfino la luce. Per questo ci lavoravo principalmente durante il giorno. Anche perché quando scendeva il buio avevo solo delle candele, e non nascondo che anche a me veniva qualche brivido mentre scrivevo la storia”. “Quel film è stata una svolta – ha ricordato il regista – perché pensai di pescare nelle mie profondità e nelle metà oscure, non di raccontare semplicemente una storia gialla ma qualcosa di più forte”.

Dario Argento

Argento ha poi annunciato “Sto lavorando a una serie tv dal titolo Suspiria de profundis tratto dal libro Thomas de Quincey, del 1830, a cui mi ispirai per alcune storie del mio film del 1997. E’ una serie tv di 12 puntate ambientata a Londra nel 1840. Può sembrare paradossale ma si è più liberi in tv che nel cinema, ci sono meno censure”.

La seconda parte della serata ha preso inizio sulle note delle colonne sonore più famose, eseguite dal vivo da Claudio Simonetti dei Goblin: da Phenomena a Suspiria, da Opera fino a Profondo rosso, del 1975. Un’emozione bella, forte, ancor di più se quella musica viene ascoltata in anfiteatro romano, con le immagini dei film di Dario Argento che sottolineavano corpi straziati delle vittime, la mano dell’assassino o il volto inquietante del fanciullo.

Prima dell’inizio del film però la premiazione vera e propria del regista dell’horror italiano, la cui motivazione è ben spiegata da Giovanni Maria Rossi, direttore artistico del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema: “Da molti anni anche un autore eccentrico, eccessivo, provocatorio come Dario Argento, apparentemente confinato nei limiti di uno o due generi cinematografici – il giallo e l’horror, per semplificare – molto amato dal pubblico giovanile di tutto il mondo, ma guardato con sospetto e ostilità da gran parte della critica soprattutto italiana, ostinata erede del neorealismo, era entrato nel mirino del Premio Fiesole. Anche all’interno del Sncci permaneva, prima di una scelta convinta e maggioritaria, una divisione più o meno generazionale tra quanti ne avevano seguito la formidabile parabola ascendente fin dagli anni ’70, non sempre convinti della sua autorialità, e quanti lo avevano riletto con passione negli anni 2000 quando la sua creatività sembrava appannarsi o quanto meno diradarsi. Oggi siamo certi che allargare il Premio ai Maestri del Cinema a una personalità debordante e complessa come quella di Argento, che nella sua recentissima autobiografia, Paura (Einaudi, 2014) ha ripercorso lucidamente tutte le tappe, le suggestioni e le ossessioni che fin da giovanissimo lo avevano immerso nell’universo fantastico del cinema, sia non solo un recupero critico doveroso di un esponente “rivoluzionario” della generazione dei Bellocchio e dei Bertolucci, ma anche la scoperta di una vena creativa sotterranea, sulfurea, visionaria che si è nutrita di arte, di letteratura e di immagini filmiche per restituire, con un linguaggio originale e sofisticato, i turbamenti e gli incubi individuali e collettivi che da oltre quarant’anni serpeggiano ovunque nella contemporaneità”.

E con il premio di ieri sera, ricevuto all’ombra di una calda sera d’estate Dario Argento diventerà ‘maestro del cinema‘ come già lo scorso anno Giuseppe Tornatore; poi Terry Gilliam, Toni Servillo, Nanni Moretti, Gianni Amelio, Spike Lee, Bernardo Bertolucci, Robert Altman e Ken Loach.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here