The Lone Ranger: il duo Cherookee/Ranger Solitario non convince

2AVZB5W2WBXE  Mega flop per l’ormai cinquantenne Johnny Depp, e per il regista Gore Verbinski, che ha diretto anche la fortunata saga dei Pirati dei Caraibi. The Lone Ranger non è stato gradito quanto avrebbero creduto, anzi è stato battuto al box office statunitense dal nuovissimo Cattivissimo Me 2, film della Universal e sequel del noto film d’animazione del 2010.

Veniamo dunque alla storia, basata sull’omonima serie radiofonica del 1933, divenuta poi televisiva (1949-57), di questo personaggio vera e propria icona della cultura americana: John Reid (Armie Hammer) e’ un uomo di legge, educato in città e tornato nel vecchio West per consegnare alla giustizia il bandito Butch Cavendish (William Fichtner). Durante la spedizione però, suo fratello, il Texas Ranger Dan Reid (James Badge Dale), muore in un’imboscata insieme agli altri uomini della compagnia. John viene salvato dal nativo americano Tonto (Johnny Depp) e da un cavallo bianco. I tre combatteranno contro le ingiustizie e la corruzione, gettandosi a capofitto in rocambolesche avventure.

The Lone Ranger

Per quanto la recitazione possa essere più che sufficiente,  come anche le scene che sarebbero dovute essere di maggiore impatto estetico, sfortunatamente lasciano nello spettatore l’amaro in bocca. The Lone Ranger assomiglia ad una parodia di un film western mal riuscito, con tempi comici senza sbocchi, con colpi di scena che lasciano il tempo che trovano e le ultime scene prima del gran finale piuttosto scialbe, che non stupiscono, così che si rimane alquanto indifferenti, mentre un unico pensiero sfiora la mente:  finalmente è finito. La troppa pubblicità intorno al film e soprattutto, intorno al nuovo personaggio di Johnny Depp, ha sicuramente influito negativamente sul successo della pellicola. La mia regola personale per capire se un film può essere salvato di solito è:  se intorno ad esso scatta immediatamente troppa pubblicità, vengono organizzati troppi eventi promozionali  e troppi special, vuol dire che stanno cercando di venderlo a tutti i costi e per cui, probabilmente, non ne vale la pena. Tuttavia una speranza di salvezza la si concede quasi sempre. Così ho fatto io e come me, molti altri.

The Lone Ranger

Produrre un film ambientato nel Far West poteva suscitare curiosità iniziale (come Django Unchained di Tarantino, che al contrario ha avuto grande successo), ma potrebbe essere un suicidio dal punto di vista professionale, se non si hanno le capacità di rappresentare l’essenza di quel periodo, ma si punta solo a grandi sparatorie (che in realtà non ho trovato così eccezionali, anzi, piuttosto forzate), donnine svestite -povera Helena Bonham Carter!-  e a caratterizzazioni dei personaggi  troppo eccentriche, con il pericolo che queste, unite con una triste comicità, non portino ai risultati sperati. Abbiamo parlato della troppa pubblicità, della creazione di grandi aspettative che vengono a perdersi poi in una grossa bolla di sapone.  The Lone Ranger  appunto, non fa eccezione. Forse il punto chiave è che spesso certi film vengono scritti e adattati pensandoli a misura degli attori che già si hanno in mente di utilizzare e non invece, trovando l’attore giusto e modellandolo per quel dato ruolo.

The Lone Ranger

Non ho visto un’evoluzione in Depp,  a partire dal pirata Jack Sparrow, anzi piuttosto ho notato una regressione. Forse per lui è giunto il momento di riflettere sulla sua carriera e sulle prossime scelte da intraprendere, in modo da non deludere nuovamente i suoi tantissimi fan. Concludo con una riflessione: importante per un film del genere  è non prendersi mai sul serio e non eccedere, perché così facendo si scade nella banalità, con il pericolo di fare un bel buco nelle profonde acque del mercato cinematografico.

 

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