Tic tac. AHIA! L’ultima grande occasione al Teatro India di Roma

Fino al 28 Gennaio 2018 a firma Damiano Nirchio.

Tic tac, la sveglia, squilli di telefono, che annunciano “L’ultima grande occasione”, un pupazzo lombrico sul letto e una balena che si avvia a nascere aprono la scena e con questa una vecchietta, con tanto di bicchiere e dentiera sul comodino, in un letto da bambina perché è da un po’ che non si decide a nascere. Le sue condizioni sono di venire al mondo senza che in tutta la sua esistenza, ci sia un “Ahia!”. Al botteghino nascite, un altro pupazzo, un topolino divertente anch’esso, la cui voce è a cura del bravissimo Raffaele Scarimboli, fa di tutto perché la signora in questione si decida a firmare l’atto di nascita.

Su sollecitazioni continue del direttore in persona, sua stessa voce, nella valigetta della anziana, l’addetto pupo, dissimula le foto dei ricordi futuri, con una festa patronale, curata dal sindaco della cittadina natale in persona, al posto dei bombardamenti della guerra, con un padre aviatore, piuttosto che impegnato nella contraerea di quella, con una madre in tourneè mondiale, invece che morta, in un approdo in America, per distrarre dalle sofferenze del mondo e perché tutti i possibili “Ahia!” siano motivo di entusiasmo al fatidico consenso, cui la signora appunto è arrivata con i capelli bianchi.

Nel continuo tergiversare della grigia donnina, anche un elefante si accinge a nascere, e il lombrico con tanto di ciuffo di cui sopra, manifesta a costei il desiderio al medesimo evento, negatogli, per via che la sua specie si è estinta, tra le ilarità dei bambini presenti in sala. La tenerezza che questo pupazzo genera nella brava attrice Lucia Zotti, crea nei confronti dell’addetto, un’altra condizione insieme all’assenza di ”Ahia!” nella vita futura, appunto di avere accanto Dodo, così si chiama il pupo animato.

Proiezioni, un letto, un comodino, una finestra sul botteghino nascite, creano la scena, i pupi di Raffaele Scarimboli la movimentano e rendono appetibile ai più piccoli e i costumi di Cristina Bari, ben curati per la signora, in particolare quello dei saluti, completano il quadro agli occhi degli spettatori sempre attenti. Una regia senza esitazioni quella dello stesso autore della pièce, Damiano Nirchio, già vincitore del premio Eolo Awards, ricca di trovate sceniche, vuoi di comicità, vuoi di tenerezza, che insegnano a trovare la favola negli “Ahia!” del vivere, quella stessa, che fa di uno spettacolo da una morale interessante, un accattivante intrattenimento per grandi e piccini.