Lilly la vagabonda di disneyana memoria al Teatro Manzoni di Roma

Fino al 17 dicembre 2017 al per la regia di Maria Cristina Gionta.

Una panchina, un parco: la quinta sembra raffigurare il parco di San Giovanni a Roma, con fare e ineccepibili moine canine scodinzola sul palco Rita Forte. Con affettuosi cenni tipici dello humor interpretato corre incontro al padrone Pietro Longhi. Talmente grande è l’amore e l’intesa tra loro da far pensare a qualcosa di più. Il pubblico lo vive ma questo al rientro a casa dei due, genera non poche gelosie alla padrona di casa.

Al rientro a casa, in un cambio scena realizzato spesso tra esterno e interno con un pannello in movimento radiale tra esterno ed interno, panchina nel primo caso e divano nel secondo e la finestra alle spalle dello stesso evoca il Quartiere Coppedè della Capitale, la moglie Milena Miconi mostra evidente risentimento, talora un po’ freddo, vuoi per i microfoni ad archetto, vuoi per una scena che si ripete nei mood e nei contenuti un po’ troppo, per le attenzioni riservate a Lilly piuttosto che a lei. Ira, collera, disinteresse del marito verso la moglie, distrazione e coccole solo per il cane movimentano la vicenda scenica.

La comicità della commedia è interrotta dallo status di Giorgio il marito, annoiato dal suo lavoro, dalla moglie. I figli sono lontani e indipendenti: unico diversivo resta la bastardina Lilly appunto, la cui bella voce non può non cantare, se in scena è ad interpretarla la citata e nota cantante, ormai presenza fissa nel cartellone e Teatro Manzoni di Roma e persona, cui la platea dello stesso e molto affezionata per potersela perdere in qualunque sua performance.

Una deliziosa fantasia sulla vita di una coppia arricchita e caratterizzata dalla presenza camaleontica di Riccardo Castagnari, che veste ora i panni di compagno di passeggiate nel parco con cani, ora di vicina di casa, ora di fidatissima amica di famiglia, ora di psicologa. La regia di Maria Cristina Gionta, fa di questi interventi dei camei veramente piacevoli e ricchi di grande interpretazione attoriale. E anche qui nel pubblico ben presenti sono gli spettatori affezionati al citato artista.

Ma la morale è che perché ritorni la pace cane e padrone devono andare d’accordo e contemperare le proprie perché tutto fili liscio e in armonia e sono le note di “Non ti scordar di me” a chiudere il sipario. Galleria e platea sono colme di gente e l’applauso non manca ad arrivare dopo due ore di spettacolo.