Vino Inama Vin Soave 2011 Soave Classico

Parlare di Soave significa volgere lo sguardo alla zona orientale della collina veronese. La zona del Soave comprende interamente o in parte i comuni di Caldiero, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d’Alpone, Roncà, San Bonifacio, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo e Soave, in provincia di Verona. Quando si parla di Soave Classico ci si rivolge alla zona di origine più antica che comprende parte dei comuni di Monteforte d’Alpone e Soave. Il Soave Doc è ottenuto dalla sapiente vinificazione di uve Garganega non inferiore al 70% mentre possono concorrere fino ad un massimo del 30% altri vitigni a bacca bianca come Trebbiano di Soave, Pinot bianco e Chardonnay.

Vino pregiato con colore giallo paglierino dotato di riflessi a volte verdognoli, un profumo di violetta a volte di sambuco, o biancospino. Il sapore è asciutto leggermente amarognolo di mandorla amara. I vini più amati sono il Recioto di Soave, Soave superiore (Docg) e i vini Doc Soave, Soave classico, Soave spumante e Soave colli scaligeri.

Una delle aziende dei grandi Vignaioli del Soave è l’azienda agricola Inama. Il fondatore Giuseppe Inama già a partire dai primi anni sessanta iniziò ad acquistare piccoli appezzamenti sulle colline del Soave Classico. Fin da quegli anni nonostante il Soave fosse uno dei vini bianchi italiano più famosi nel mondo, in pochi avevano compreso l’importanza del terreno di produzione per assicurare un futuro di continuità qualitativa al proprio vino. L’intuizione del fondatore Inama fu proprio quella di capire che un giorno il territorio del “Classico” sarebbe stato indispensabile per produrre vini irripetibili altrove. Vini minerali e floreali, con equilibrio ed eleganza per corrispondere pienamente al concetto di vino al di sopra delle mode temporanee.

La proprietà Inama, con a capo il figlio Stefano oggi conta circa 30 ettari. La vocazione, unica per le uve bianche, è data dalla natura vulcanica del terreno: un basalto lavico puro, il solo con tali caratteristiche nel nord Italia. In epoca Romana fu subito vitato probabilmente con un antico Grecanicum divenuto poi Garganega nell’accezione locale. Pertanto, è cosa nota che la Garganega, principale ed unica uva per la produzione del Soave Classico, ha qualcosa come almeno 2000 anni di residenza sul territorio. Come in molte altre aree viticole italiane, negli anni ‘80 e ‘90 sono state introdotte alcune parcelle di vitigni francesi, nel caso della azienda agricola Inama, Sauvignon e Chardonnay.

Di notevole importanza è stata però l’esperienza ricavata dalla combinazione tra il territorio e questi vitigni non “adattati” allo stesso. In breve tempo in Inama si sono resi conto che in un’area di grande personalità è sempre il territorio con le sue caratteristiche a dominare il vitigno e non viceversa. Questa esperienza ha aiutato a comprendere perché le vecchie pergole di Garganega esprimano determinati sapori, aromi ed eleganze solamente sulle colline del Soave Classico e non altrove, anche se a pochi chilometri di distanza. E’ stata pertanto la scelta di mantenere quanto più possibile gli impianti di vecchie viti al fine di massimizzare queste caratteristiche.

Le prime bottiglie furono prodotte da Inama quasi per scherzo nel 1991: si trattava di Sauvignon, una varietà nuova per l’area. Nacque così il Vulcaia Sauvignon. La spiegazione di questo approccio è facilmente spiegabile. In quegli anni l’immagine del Soave era ancora molto appannata a causa delle dissennate produzioni di vino di massa con uve di pianura, ottenute spesso in quantitativi per ettaro spropositati.

L’idea Inama era quella di far conoscere il territorio del Soave, non ancora attraverso il suo vino Classico, ma con una interpretazione del Sauvignon che, cresciuto per la prima volta su questo terreno vulcanico, aveva dato origine ad una versione del tutto nuova della varietà francese. Il vitigno risultava essere, fin dalle prime vendemmie, fortemente “addomesticato” dal territorio, addirittura in modo inaspettato con aromi e fragranze di frutta matura, e non vegetali, difficilmente riconducibili alle note varietali. Si tratta pertanto di un vitigno “ben adattabile”. La versione fermentata in legno dello stesso vino, fu chiamato Vulcaia Fumé e ha ottenuto fin dall’inizio un notevole interesse a causa della sua grassezza e della potente componente di frutta tropicale, caffè ed agrumi.

Successivamente sono stati prodotti altre tipologie di vino: il Vulcaia Après da vendemmia tardiva della stessa uva ora non più prodotto, Chardonnay, Soave Classico e Vin Soave nel 1992. L’azienda agricola Inama innanzitutto utilizza al 100% uva Garganega di proprietà, impiega antiche pratiche al fine di valorizzare positivamente le caratteristiche dell’uva. In particolare la breve macerazione sulle bucce (2-10 ore, a seconda dello stato dell’uva e della temperatura) senza aggiunta di prodotti enologici. Poi il naturale imbrunimento dei mosti ottenuti e la fermentazione del decantato non solfitato. Il risultato ha prodotto un Soave Classico Inama molto ben caratteristico e reale espressione del territorio di appartenenza. Probabilmente l’esempio più vicino a quel Soave medioevale che ha generato la fama del vino e del territorio: aroma di fiori di campo che evolve nel tempo verso il miele, forte mineralità che, assieme ad acidità e tannino moderati, rende il vino di piacevolezza “classica”. Molteplici ed egregi sono i riconoscimenti conferiti a Inama Vin Soave 2011 Soave Classico da tutte le guide esistenti nel mondo vino: dalla DuemilaVini – guida dell’Associazione Italiana Sommelier- che ha attribuito 3 grappoli all’Espresso 90/100, per finire con i 89/100 di Wine Spectator.

La “descrizione” di Elisa

Inama Vin Soave 2011 Soave Classico è un vino di qualità, che esprime il proprio territorio di appartenenza. Ha un colore giallo paglierino luminoso con sfumature di giallo verdolino. Al naso fine e delicato denota aromi intensi, puliti e gradevoli che si aprono con note di fiori dolci di campo: camomilla, sambuco, iris seguite da aromi di ananas, banana, ginestra, mandorla e un accenno di limone. In bocca ha buona corrispondenza con il naso, un attacco fresco e comunque equilibrato, buon corpo, sapori intensi. Palato minerale con retrogusto di mandorla dolce. Il finale è persistente con ricordi di pera, ananas e mandorla. La temperatura ideale di servizio è di  8-10 °C. Un buon vino da degustare sia come aperitivo che con piatti quali cruditè di mare, risotti, pesce bianco. Ottimo il rapporto fra il suo prezzo di vendita e la sua qualità.

Colore Giallo paglierino luminoso con sfumature giallo verdolino

Profumo Note di fiori dolci di campo: camomilla, sambuco, iris

Gusto Palato minerale con retrogusto di mandorla dolce

Abbinamento ideale: cruditè di mare, risotti e pesce bianco

Riconoscimento di Elisa: [rating=2]

Gran bel vino da fruire in molteplici occasioni legate a momenti di convivialità e grandi cene. Ottimo anche come aperitivo prima dell’ apertura del sipario di un interessante spettacolo teatrale!

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