Scene dal chissadove. Giovanna Daddi e Dario Marconcini luminosi

Quattro repliche per lo spettacolo che vede protagonisti Dario Marconcini e Giovanna Daddi. Una rievocazione tra autobiografia, stralci di letteratura e sogno

Foto di scena

Bella prova attoriale di Giovanna Daddi, in scena insieme al marito Dario Marconcini ed altri interpreti, al Teatro Era di Pontedera. Quella della Daddi è una voce densa che mette a fuoco sfumature e sensazioni di una vita, Quasi una vita, recita il titolo, un’esistenza passata sulle assi del palcoscenico, una dedizione totale all’arte teatrale. Loro sono in piedi, poi su due sedie, niente tranne una porta e un tendaggio a fare da cornice, niente se non l’essenzialita’ e inutilità del teatro, le sue pause e i passi falsi, i suoi silenzi carichi di assoluto e polvere. Affascinante è la recitazione della coppia, asciutta ma carica di magnetismo, gravità, ironia e potere di commuovere. Nell’assenza (di scenografia, partitura fisica eccessiva, musica) riesce a evocare mondi, panorami, dimensioni dell’anima che proiettano il sé in un altrove di possibilità o ricordi.

I contorni si fanno poi da vividi a incerti, via via che lui e lei parlano di seduzione, complicità e promesse d’amore, tra brani riconoscibili di Harold Pinter ed altri che si riferiscono alla storia del loro rapporto. Quanto c’è di autobiografico nei sussurri, nelle parole che si fanno plastiche e materiche davanti ai nostri occhi di spettatori – che immaginiamo ciò che viene svelato nell’intima confessione?
La fragile bellezza del quotidiano fa spazio a scene in cui si recita il Faust di Goethe o l’Amleto – dando così modo anche ai due attori, Tazio Torrini e Francesco Puleo, di sfoderare voci profonde e calibrate; ad Elisa Cuppini di aggiungere gesti coreografici; a Silvia Pasello di sfoggiare una presenza raffinata. I registri si alternano, tra seri e semi-seri, e ci si addentra sempre più in un mare di temi, il declino, la fine dell’esperienza terrena, ciò che resta, di noi, al di là del teatro e della dimensione spazio-tempo. Un abbraccio sotto un cielo stellato, un monologo, una lista della spesa, ricordi sbiaditi?

Quando ci si alza pieni di interrogativi e nuovi fremiti, meno impauriti forse, si è assistito a uno spettacolo di Daddi e Marconcini. Dove resta incerto il confine tra prosa e poesia, vuoti e pieni, finzione e realtà.