Per il “Piccolo e squallido carillon metropolitano”, al Fontanone meritati applausi

[rating=5] Una scenografia scarna, semplice, che fa da contraltare al voluttuoso vestito di Mimì, la sorellina con lieve disagio mentale, amatissima dal fratello Mimmo, magistralmente interpretato da Orazio Cerino (già premiato per “La corte della formica”), che si impone tra i migliori attori esistenti oggi sulla scena partenopea. L’ala giovane di un Peppe Barra che ha fatto la storia napoletana del teatro moderno. Strepitoso Cerino-Mimmo e perderlo sarebbe terribile. Regala momenti di drammaturgia unica, una profondità scenica come pochi sanno tenere oggi. E’ giovane ma un talento che lo porterà sempre più in alto, quei talenti che non maturano in nessuna scuola ma che la vita di strada e la maestria di quell’arte mimica donano a chi loro si spende in tempo e passione. Lui quest’ultima la trasmette vivissima. Per lui gli applausi decisi del pubblico nella sera del sabato 29 agosto quando al Fontanone Estate del Gianicolo di Roma ha fatto tappa lo spettacolo.

Piccolo e squallido carillon metropolitano

Per la regia di Davide Sacco che ha pure scritto il testo il lavoro vale la pena di vederlo. Di soli tre attori il cast artistico che comprende con Cerino anche Eva Sabelli (sorella di Mimmo) e Giovanni Merani (il fratello sconosciuto), snob, scostante, l’uomo con la valigia, metafora di chi ha dentro la vita la sola carriera e l’aridità che l’accompagna. Al suono di un carillon a cui si lega l’affetto materno gira la storia familiare di questo trio con più disagi insieme da vivere, trascinarsi, e perlopiù cadenti sulle spalle di Mimmo, donna dentro e uomo fuori che ad un certo punto regola i conti con la propria natura e porta la donna fuori e schiaccia l’uomo dentro. Una vergogna quel “fratello” che intanto ha dovuto assistere l’agonia della madre ed il disagio psichico della sorella. Troppo facile è il giudizio per chi è stato sempre lontano ed in 6 mesi non si è fatto vedere. Nella sua “diversità” è il vero uomo, la persona squisitamente umana che sa prendere in mano la situazione ed affrontarla, l’unico che non è fuggito. Mimmo ha un cuore grande e dentro ci ha messo quella natura negatagli, la malattia della madre, una sorella mai cresciuta, una casa in cui a dormire è solo il pesciolino “Fefè”.
“Siamo nel mondo dei fragili, degli inadatti, degli sconfitti. – è il commento del regista Davide Sacco, che dimostra col testo portato una gande sensibilità – Siamo in una periferia, una delle troppe delle tante fabbriche di cemento e vomito, di ignoranza e paura. Si vive nel degrado dei sogni, nella paura di se stessi; vivere è una faticoso atto di coraggio. In uno scenario lunare da catastrofe dei sentimenti una bambina troppo vecchia si crea un suo mondo, un specchio opposto votato al bello, come un pesce in un acquario lontano da tutto e tutti, ma abbastanza vicino da capire l’orrore dell’isolamento, dello squallore, della violenza”.

L’Avamposto Teatro ha fatto un bel regalo ai romani portando nella capitale “Piccolo e squallido carillon metropolitano” e siamo sicuri che continuerà a girare nei teatri nell’imminente autunno.

L’organizzazione è stata di Ilaria Ceci, le scene sono di Luigi Sacco, che ha ricevuto il Premio Speciale per la migliore scenografia nel 2013 (La corte della formica, Teatro Bellini), costumi: Silvia Tagliaferri, luci: Francesco Barbera.

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