Parzialmente Stremate al Teatro Golden…da chi?

Fino al 15 ottobre a Roma per la regia di Michele La Ginestra.

Al grido di “Mirellla, Mirella, Mirella, ….” si apre lo spettacolo. In scena tutte agghindate a festa, con vestiti a balze blu, rosa e giallo rispettivamente Federica Cifola, Gaia De Laurentiis, Beatrice Fazi, attendono e sostengono l’amica Giulia Ricciardi, autrice del testo, che è in preda al panico e chiusa in bagno. Ha rinunciato a sposarsi ed eccola, esce in abito da sposa e lungo velo. Non è andata in chiesa, già genitrice di una bambina, perchè parzialmente stremata dagli afrori e dalle responsabilità di coppia.

Marisa, dai ritmi impeccabili in blu, veste i panni della moglie, nonché madre in una coppia, la cui vita è frenetica, e le occhiaie dello stesso colore del vestito mal celano le alzate di prima mattina per soddisfare le impellenti voglie passionali del marito. Si addormenta ovunque si fermi un attimo, e il suo repentino russare a mò di condizionatore di vecchia memoria, sono segni del suo essere parzialmente stremata, e con il menù in mano, rimpiange la pappardella al cinghiale e il maialino in crosta di pane, purtroppo non consumati.

Elvira ha sempre un lui da soddisfare: lavora nell’import-“escort”, assillata da squilli di telefono che reclamano sospiri, vagiti e sproni, tipici di un call center a luci rosse, il cui fine è consegnare la merce per soddisfare a dovere i clienti che ne richiedano la presenza in loco. Di giallo vestita rimpiange un figlio e un uomo suo che l’aspetti a casa fine giornata di lavoro. Come non comprendere perchè sia anche parzialmente stremata.

Lui chi? Beh Silvana, in rosa, una brava bigotta, più chiesa che casa, è ambiziosa anche nella scelta del suo lui, proprio Lui. Molto snob, non ha solo la puzza sotto il naso, ma anzi forse proprio questa, l’ha distolta e resa parzialmente stremata, dal momento che ha rinunciato a uno vero compagno in carne ed ossa benché meno “superiore”. Ha nel suo personaggio la chicca di un’articolazione bislacca delle vocali che non poca ilarità creano nel susseguirsi delle vicende in scena nell’arena del Teatro Golden.

Una regia quella di Michele La Ginestra che non dà tregua al sorriso, alle risate, sull’incapacità a sostenere le responsabilità che la vita indica alle quattro protagoniste. Quattro grandi interpreti. Vince l’ironia e fa sì che il pubblico esca soddisfatto a fine show quando il gioco è finito, e il parzialmente traspare dalle parole della protagonista nonché sposa mancata, quando rimugina un ripensamento sul suo lui che non ha raggiunto sull’altare. E se incalzante è lo spettacolo lo è anche l’applauso finale divertito del pubblico.