IL DECAMERON AI TEMPI DEL COVID: intervista al regista Stefano Cordella

A tu per tu con il regista di “Decameron, una storia vera”, di e con Woody Neri, Alice Redini, Filippo Renda, Daniele Turconi, Nicolò Valandro, Silvia Valsesia, drammaturgia Filippo Renda, in attesa della riapertura dei teatri

I teatri sono chiusi dalla fine di ottobre. I primi di dicembre sarebbe dovuto andare in scena a Trento in prima nazionale “Decameron, una storia vera” di e con Woody Neri, Alice Redini, Filippo Renda, Daniele Turconi, Nicolò Valandro, Silvia Valsesia, con la regia di Stefano Cordella e la drammaturgia di Filippo Renda.

È interessante come questo progetto sia nato prima della pandemia che ci ha colpiti ormai un anno fa. In attesa di vederlo in scena, ho intervistato Stefano Cordella che mi ha parlato della realizzazione e della riscrittura di questo spettacolo.

Come nasce questo progetto?
Questo progetto nasce ormai due anni fa e ha avuto diversi sviluppi nel tempo. Inevitabilmente a febbraio dell’anno scorso, quando è scoppiata la pandemia, abbiamo rimesso in discussione tutto e ci siamo posti l’obiettivo di raccontare il periodo che stiamo vivendo senza parlare né di Covid né di attualità. Il progetto è nato grazie alla coproduzione di MTM e Trentospettacoli, due realtà con cui collaboro da anni e che hanno accolto con entusiasmo l’idea di lavorare a una riscrittura del Decamerone.

Perché, tra tanti testi che hai avuto modo di visionare, hai selezionato proprio questo?
Non ho selezionato direttamente i testi, ma a partire dai testi ho scelto di lavorare con alcuni autori che potessero portare visioni diverse alla scrittura di scena che è stata la modalità con cui abbiamo affrontato questo lavoro. I sei autori (Filippo Renda, Woody Neri, Silvia Valsesia, Daniele Turconi, Nicolò Valandro) sono anche gli attori dello spettacolo e portano in scena le loro storie attraverso diversi linguaggi.

Foto di TrentoSpettacoli: gli attori provano lo spettacolo al teatro Litta di Milano

Com’è stata affrontata la riscrittura di quest’opera?
E’ importante dire che Filippo Renda si sta occupando con me di dare una forma drammaturgica al materiale prodotto da tutto il cast.  In queste prime fasi di lavoro ogni autore ha avuto la possibilità di proporre una propria lettura del presente. Le prove sono state impostate ispirandoci alla struttura del Decameron: dopo una prima giornata di analisi del contesto, ogni giorno un autore aveva il compito di scegliere un tema e condividerlo con il resto del gruppo. Abbiamo raccolto tantissimo materiale: racconti, musiche, immagini, suoni, storie personali.

Come si mette in scena un’opera così complessa?
Confrontarsi con un testo così importante ti impone di fare una scelta tra le tante strade possibili. Spesso si sceglie di lavorare su una o due novelle e darne una lettura contemporanea. Io sono sempre stato affascinato dalla struttura del Decameron: un contenitore drammaturgico che ti permette di sviluppare le relazioni tra i protagonisti ma lascia anche spazio alle storie individuali. Come possono essere tradotte sulla scena queste storie? In un periodo in cui dalle nostre case abbiamo comodamente accesso a diversi dispositivi narrativi ci siamo chiesti che forma dare ai racconti per far vivere allo spettatore un’esperienza particolare.

Questo grande classico rimanda un po’ alla situazione attuale che tutti noi stiamo vivendo da marzo 2020. Come avete affrontato la costruzione di questo spettacolo proprio in piena pandemia?
Poter provare in teatro in questo periodo in cui i contatti umani sono vietati ci ha permesso di evadere dal presente e recuperare la relazione e lo scambio umano. Ci piacerebbe che questo spettacolo diventasse anche una testimonianza di quanto sia importante, soprattutto in periodi di grande crisi e difficoltà, far vivere i luoghi di cultura e raccontare il presente non solo attraverso la cronaca e i numeri.

Secondo te che “teatro” dobbiamo aspettarci  quando finalmente si potrà tornare in scena?
Forse finalmente vedremo spettacoli che nascono da un reale bisogno di condivisione.

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