I 39 scalini per la regia di Leonardo Buttaroni

[rating=4] Sembra una serata come le altre, lampioni giallo ocra illuminano Londra, comodamente seduto in poltrona, Richard Hannay , affascinante uomo d’affari, osserva sconsolato lo stato dei lavori del suo appartamento. Poi, stanco di crogiolarsi nei ricordi, esce per andare a teatro dove assiste allo spettacolo di Mr Memory, uomo dalla memoria portentosa. Improvvisamente risuona uno sparo, una donna misteriosa, Annabella Smith scappa insieme a lui, chiedendogli ospitalità per la notte. Inseguimenti, colpi di scena, spari, fughe rocambolesche: ad Hannay ormai non resta che svelare l’enigma che si cela dietro “i 39 scalini” per dimostrare la sua innocenza.

Sembrerebbe il tipico giallo con sfumature noir degne del grande maestro del brivido eppure qualcosa se ne discosta (volutamente), avvicinandosi più ai Monty Python. Tre bravi attori  (Alessandro Di Somma, Diego Migeni, Yaser Mohamed) che, ruotando attorno al protagonista (Marco Zodan), si alternano in trentotto diversi ruoli: ecco comparire uomini malvagi, donne “seducenti”, poliziotti, agenti segreti, anziani coniugi ma anche ponti e fiumi.

Una scena invasa da oggetti apparentemente “innoqui” , come bauli, scale, cornici, corde ma pronti all’occorrenza a prendere vita e a trasformarsi in vagoni del treno, eliche di elicotteri, finestre da cui fuggire nella notte e porte che si aprono su stanze infinite.

Attenta la regia di Leonardo Buttaroni e impeccabili come sempre le scenografie di Paolo Carbone, valido e affiatato il cast degli attori.

Una corsa vertiginosa fino all’ultimo travestimento, dal ritmo narrativo incalzante soprattutto nel primo tempo e dall’umorismo graffiante. Abolita la quarta parete, la messa in scena si serve di soluzioni teatrali semplici, ma di forte impatto emotivo. “Siamo volutamente ben lontani dalle misteriose magie dei prestigiatori -spiega Buttaroni- l’intento è quello di permettere al pubblico di divertirsi insieme agli attori, godendo dei travestimenti a vista, attraverso l’illusione dichiarata di bauli che diventano treni, corde che formano fiumi o scale che si trasformano in ponti”. E così tra ammiccamenti, gag esilaranti, cambi d’abito e di scena vista, continue citazioni cinematografiche e musicali, lo spettatore viene inesorabilmente risucchiato in questo vortice irresistibile.

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