“Genitori in affitto”: una commedia brillante in scena al Teatro de’ Servi

Quando i genitori decidono di risposarsi a caro prezzo

Genitori in affitto

Divertente, esilarante, con doppi sensi e colpi di scena che ci calano nel mondo delle relazioni familiari, dei rapporti tra fratelli, tra figli e genitori e tra amici. É la storia di tre fratelli, Agostino, Giancarlo e Flavio, abituati a vivere da soli e senza la presenza dei genitori. Un giorno decidono di ristrutturare la casa in base ai propri bisogni e tutto fila liscio e tranquillo fino a quando ricevono una notizia del tutto inaspettata. Una sorpresa dal sapore amaro che sconvolge le loro esistenze, i loro progetti, i loro umori. In poche parole stravolge l’equilibrio delle loro vite. E così si ritrovano più uniti che mai ad escogitare un piano per “salvarsi”. A dargli una mano c’è l’amico Giovanni, il pittore – che loro chiamano muratore – che sta ristrutturando la casa, e la bellissima donna delle pulizie, Rosy, che si ritroverà coinvolta nel piano dei tre fratelli.

I protagonisti rappresentano ciascuno un tipo: c’è il fratello narcolettico, quello che si fa chiamare primario ma in realtà è solo un infermiere, il ragazzo che le tenta tutte per andare in tv, tra cui pure fingere di essere gay, il ristrutturatore siciliano che odia essere definito muratore e, infine, la ragazza madre, risoluta, ma fragile e sensibile, bisognosa di cure e d’amore proprio come suo figlio.

Rosy e Giovanni si piacciono e si vede sin dall’inizio, lui fa breccia nel suo cuore, tanto che sono perfetti nei panni dei finti genitori dei tre ragazzi. Sono due complici affiatati che danno alla pièce anche un tono di colore con i rispettivi dialetti napoletano e siciliano.

Ciò che colpisce è l’affetto puro e sincero all’interno della famiglia che vive senza genitori – ogni tanto telefonate e messaggi, ma poca presenza – quello spirito di fratellanza che spazza via rancori, malintesi e malumori. I ragazzi si prendono in giro l’uno con l’altro, ma si supportano, si difendono, si amano. E tra una risata e l’altro c’è spazio anche per una scena dai toni più drammatici, quella in cui Rosy racconta la sua storia a Giovanni e mentre parla si commuove, e quel pianto ci coinvolge come la comicità.

E la seconda parte della rappresentazione è più pacata, al sorriso facile si affianca l’accettazione e la consapevolezza che a breve quella struttura di affetti potrebbe essere sconvolta dal presunto secondo matrimonio dei propri genitori.