Viktor und Viktoria è maschio per necessità al Teatro Quirino

Fino al 17 febbario a Roma per la regia di Emanuele Gamba

“…l’amore è un colore che vira, è un colore che fa paura …” e in balletto un po’ charleston, un po’ rap si presentano i personaggi. Una ballerina, un ballerino, una baronessa, un conte e due attori in cerca di mangiare qualcosa di più, si descrivono e lo cantano con il jingle citato che li accompagna e farà da leitmotiv a tutto lo spettacolo. Siamo a Berlino e Susanne Weber è arrivata qui in cerca di fortuna e di scrittura: ad un primo provino la regista Pia Engleberth, poi baronessa, …’le farà sapere’… Delusa incontra Vito, bravo Yari Gugliucci.

Per questi “l’amore fa perdere tempo … e …il tempo fa perdere l’amore…” e per la nostra protagonista “l’amore è una scatola vuota come la sua valigia”… che porta con se per immagine e desiderio di farne un bagaglio pieno di esperienze. Vito recita per sfamarsi ‘en travestì’ e in lei trova interessante la voce maschile, quello che gli manca e pertanto egli la donna ed ella l’uomo, l’ingaggio è fatto e il contratto è firmato non a due marchi a serata ma a spettacolo. La nostra Viktor und Viktoria, questo il nome d’arte, è soddisfatta e insieme divideranno un letto e un piccolo spazio per vivere.

E in un passo a due con tanto di tait, mantellone, cilindro e bastone i due si ritrovano ingaggiati per lo spettacolo che avrà come mecenate la Baronessa Ellinor Von Punkertin e la nostra Susanne, la ritroviamo in camerino con tanto di specchio a faretti e capello impomatato. Mirror è il pubblico già entusiasta e poi una volta pronta, in scena a cantare della notte in una mise, che ci riporta alla grande Wanda Osiris o all’attrice se non domatrice di elefanti, Moira Orfei con le adeguate proporzioni visto che la nostra grande attrice, stavolta ballerina e anche cantante è Veronica Pivetti, che alla brillante e comica verve, aggiunge quel nonsochè di vedette che le mancava o non conoscevamo.

Una scena fatta a pareti movibili su rotelle, ora armadi, ora manifesti di teatro, ora vetrate, ora specchio di camerino, ora camera da letto di albergo o di stanzino in un regia, quella di Emanuele Gamba, ritmata, moderna e avvincente, che ben alterna recitato, canzoni e balletto, facendo di un musical, un’incantevole brillante commedia musicale. Eccolo il sale della storia il conte Frederich Von Stein, Giorgio Borghetti, è attratto da Viktor und Viktoria e non capisce come mai da un uomo, ma l’alchimia è ormai per entrambi e al grido di lui “andiamo, la notte è per noi” sarà proprio il buio a svelare la Susanne che Viktor nasconde. Bravo e affabile il suo stile vince la scena e le ritrosia di colei che grande attrice sa essere abilmente uomo.

E ormai è arrivato tempo per la nostra protagonista di svestirsi dell’inamidato capello maschile e rivestirsi di sexy e avvenenze femminili, che l’amore per il conte ormai ha disvelato a tutti, berlinesi, ballerini, baronessa e Vito stesso. Questi, sua anima e amico di avventura tutta partita con scetticismo verso l’immancabile brivido che la passione crea e trasforma in reale beltà e furore, sarà a sua volta preso dalla abile ballerina ricciolona bionda Lilli Schultz, ovvero Roberta Cartocci. Siamo all’epilogo e “… cambierà il colore e cambierà la scena, viola è il colore della libertà …” dalla voce dei protagonisti per la verità, svelata oltre ogni limite, che la paura dell’amore crea, i volteggi di Nicola Sorrenti, il ballerino Gerhardt della vicenda, due battiti di sipario e il caloroso applauso del pubblico premiano un bellissimo spettacolo e la grande abilità della “Prof”….Veronica Pivetti.