Emilia Miscio porta a teatro “La Creatura”, commedia poco horror ma di strabiliante simpatia

Al Teatro San Genesio di Roma, dall’8 al 19 novembre 2017, una novità di stagione

Nella camicia di forza delle proposte a teatro si replicano commedie d’amore, romantiche, di denuncia o degli equivoci. In questo “spaccato” tradizionale di vista in poltrona, questo lavoro merita un plauso di bravura a chi l’ha voluto portare in scena offrendo “un altro teatro”, quello di una “horror comedy” che di horror ha solo una pennellata artistica fatta di qualche maschera, che ricorda quella di “The Elephant Man”, nebbia fitta, castello nei Carpazi (ma va!), urla sotterranee e quel cast con alcuni elementi che rendono prezioso il racconto, una risibile parodia condita di costumi e musiche ben curati. Gli ingredienti ci sono tutti per conquistare l’attenzione e, lei, Emilia Miscio, li ha mescolati bene. Ha letto “The creature creeps” dell’autore americano Jack Sharkey, scritta nel 1977 ed ha deciso di rappresentarlo, traducendolo personalmente (volete mettere?), per poi curare la regia oltre che libro, video, disegno luci (quest’ultimo con Giorgia Caredda).

“La Creatura” parafrasando è la “sua creatura”, studiata, lavorata e presentata al pubblico. Dall’8 al 19 novembre 2017 al Teatro San Genesio di Roma, ad un palmo da piazza  Mazzini proprio sotto la Rai. Balzano agli occhi i costumi, lo splendido disegno luci, gli effetti speciali. L’horror è solamente accennato perché più che la “paura” vi è la risata, si ride di situazioni altrove da terrore ricordando il mitico Mel Brooks (“Frankenstein Junior”).

Nel fondo, un castello in Transilvania (un certo Dracula vi ha legato il nome, ricordate?), ad abitarlo un nobile con la passione per gli esperimenti (e siamo all’omaggio al “Dottor Jekyll e Mr Hide”). Ha in mente con la complicità del suo fido ed un po’ tetro servitore, Mord, di rapire una serie di personaggi noti e meno noti in città, dove per arrivare occorre un tortuoso cammino fatto di ponti e boschi e senza farsi mancare la carovana che vi abbandona nel mezzo del cammino. Uno ad uno i prescelti in base ad una canzone di vecchia memoria vengono prelevati e rinchiusi sotto il castello ma, un bel giorno, a minare la quiete del diabolico piano, arriva la figlia del barone, che studia fuori città, al suo seguito il neofidanzato Franco e l’amica di stanza Sexi Balù. La scena si movimenta fino a riscaldarsi con una nota generazionale, che lega quattro sorelle al matrimonio, non possono sposarsi a caso, ma rigorosamente dalla prima all’ultima. Sennò…solitudine le accompagni. Spicca la bravura di Albamarina Dei nei ruoli femminili, che conta alle spalle una solida carriera artistica tra tv, teatro (tanti titoli in cartellone) e cinema.

Per la seconda volta Emilia Miscio porta in Italia un’opera inedita di Sharkey, già conosciuto a marzo con il giallo “Mentre le Luci erano Spente” di cui ha curato di nuovo l’adattamento, la traduzione e la regia.

Con Olimpio Pingitore nella parte del barone Von Blitzen, Albamarina Dei (nel suolo di sua moglie ostinata nel canto in cui non brilla proprio particolarmente), Chiara Carpentieri (Daisy, figlia del barone), Gabriele Vender “l’arcano del mistero”, Paola Aluigi, Martina Carlini, Letizia Floreani, Dario De Vecchis (Mord), Simone Giulietti (Franco), Flaminia Grippaudo, Claudio Carnevali (Gretchen,), Daniela Zoffoli, Simona Carnevali. Per la parte tecnica: Giorgia Caredda (fonico), Simona Borrazzo (direttore di scena),  Emilia Miscio (foto e video), Emilia Miscio e Giorgia Caredda (disegno luci), Federica Morittu (trucco prostetico), Giorgio Miscio (scene).

Albamarina Dei (in abito nero), sullo sfondo da sinistra Olimpio Pingitore (Barone Von Blitzen), Chiara Carpentieri (Daisy), Simone Giulietti (Franco), di spalle Dario De Vecchis (Mord).

Due ore di trama e simpatia che speriamo siano replicati. Ciò che avviene al cinema è sempre un “rischio” portarlo sul palcoscenico ma è un rischio che vale sempre la pena se poi certe “creature” riescono bene. Il cameo finale di congedarsi dal pubblico con mimica anni’20 da film muto in pose fluttuanti senza audio è stato davvero bellissimo ed originale come chiusa al racconto. Che dire? Qualcosa di diverso, una “novità” che non sempre capita di vedere a teatro.  Assolutamente consigliato per la bellezza delle scene (ottima ricostruzione), la vivacità, simpatia, battute ora demenziali ora prorompenti che si identificano da subito con Gracel in particolare, la “governante” di casa del barone Von Blitzen, lo scienziato pazzo il cui laboratorio non si trova. Riuscirà nel suo intento di compiere l’esperimento? Tra una risata e l’altra, un po’ di noir dissacrante, lo scoprirete.

PANORAMICA RECENSIONE
Regia
Attori
Drammaturgia
Allestimento scenotecnico
Pubblico
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emilia-miscio-porta-a-teatro-la-creatura-commedia-poco-horror-ma-di-strabiliante-simpatia"La Creatura!" <br>di Jack Sharkey <br>traduzione e regia di Emilia Miscio <br>dall'8 al 19 novembre 2017 <br>dal martedì al sabato ore 21, domenica ore 17 ** SINOSSI Un mistero inquietante avvolge un antico castello posto sulle montagne dei Carpazi in Transilvania, così come inquietanti sono i personaggi che vi abitano, a partire dal Barone Von Blitzen, uno scienziato pazzo dai modi gentili, ma dalla doppia personalità, che insieme al suo deforme assistente - Mord – sta progettando qualcosa di davvero mostruso. Tra porte che scricchilano, urla dalle profondità del sotterraneo, lampi, tuoni, vento, scomparse improvvise, ci si chiede: dov’è il laboratorio segreto del barone Von Blitzen? Questo è ciò che gli abitanti del villaggio terrorizzati vorrebbero sapere e quando lo scienziato e il suo assistente trasformato il salotto del castello in un diabolico laboratorio, la comicità di questa horror-comedy ha inizio.