Vampiri a Prato: chi è rimasto “non-morto”?

Sabato 22 giugno si è tenuta a Officina Giovani di Prato la conferenza Vampiri nel tempo… qualcuno è morto davvero!. L’incontro,  a cura di Noemi Neri e Beatrice Gemelli coordinatrici del Circolo Letterario Pier Paolo Pasolini, è stato un’occasione di riflessione sulla figura letteraria del vampiro e sulla sua evoluzione dall’Ottocento a oggi. Attraverso una presentazione video sono state ripercorse le tappe più significative, in ambito letterario, cinematografico e artistico.

L’incontro ha avuto un approccio storico-scientifico, indagando le principali malattie che portavano all’accusa di vampirismo, le usanze derivate dall’antica farmacotea e le credenze popolari. Non sono mancati riferimenti alle allusioni e simbologie analizzando il Dracula di Bram Sotker, con le conseguenti analogie con il cristianesimo.

Dopo una prima parte più storica, inerente ai tratti distintivi del vampiro così come era inteso dal Medioevo fino ai tempi di Stoker, passando per l’Antico Testamento, Goethe, Polidori, Le Fanu ecc, le relatrici sono passate ad analizzare i vampiri moderni, citando la Saga Twilight, The Vampire Diaries, Lasciami Entrare, il Ciclo di Sookie stackhouse ecc. Sarà proprio con la Saga che ha fatto innamorare milioni di ragazzine, che vediamo sparire i connotati per eccellenza del vampiro. Edward Cullen infatti, esce alla luce del sole, sceglie di cibarsi solo di sangue animale e lo spiccato senso eterosessuale che caratterizza tutti i vampiri che si rispettino, va a farsi benedire (anche se qui forse non è l’espressione più adatta) aspettando il matrimonio prima di consumare.

Noemi Neri e Beatrice Gemelli, coordinatrici dell'incontro

Dopo la pausa per la cena, consumata con tutti i presenti, è stato proiettato il primissimo film sui vampiri: Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau. Il regista tedesco fu accusato di plagio dai famigliari di Stoker, tanto che dovette ritirare il film dal mercato. Per fortuna alcune copie non sono andate perdute e oggi possiamo ancora vedere uno dei capolavori dell’espressionismo. A gestire il dibattito era presente il regista Leonardo Pepi, il quale ha spiegato ai presenti le caratteristiche tecniche del film raccontando aneddoti e contestualizzando la tipologia di ripresa con il periodo storico di una Germania appena uscita dalla Prima Guerra Mondiale.

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