
Giuliana Musso sarà protagonista giovedì 6, venerdì 7 e sabato 8 febbraio 2014 della terza è ultima Monografia di scena in programma per la stagione 2013-2014 al Teatro Cantiere Florida. Seguendo questa modalità, con cui si è deciso di focalizzare lo sguardo sul lavoro teatrale di alcuni esponenti della scena contemporanea portatori di un proprio discorso estetico e poetico come espressioni di un progetto organico, all’attrice e autrice sarà dedicata una personale di tre giorni con Tanti Saluti, Nati in casa e La fabbrica dei preti.
Tanti saluti, in scena al Teatro Cantiere Florida giovedì 6 febbraio, alle ore 21.00, vuole esplorare, attraverso una ricerca di stampo sociologico, il tema del morire ai nostri tempi.
Sei brevi monologhi danno voce a medici e infermieri, i principali testimoni dell’ultima fase della nostra vita. Diversi i teatri del morire: sale di terapia intensiva, ospizi, reparti di lungo-degenza, hospice, case. Noi oggi abbiamo depositato nelle mani guantate di lattice dei professionisti gli attimi supremi della nostra esistenza, quegli attimi che forse ci possono far intravedere il mistero che siamo, il senso che cerchiamo. Ma il sistema medico legale ha maglie molto strette, non riesce a contemplare la variabile umana: la medicina deve vincere sempre, sempre e ad ogni costo e davanti alla morte non ha gesti o parole, né protocolli di com-prensione, com-passione. E così, inquadrati nel ruolo dei familiari, all’interno dell’istituto nosocomiale, a noi vivi è consentito di continuare a nutrire ad oltranza la speranza nella guarigione per non dover mai considerare, vivendolo, il senso del congedo. Tanti saluti porta in scena tre clown e a loro consegna il non dicibile: il racconto delle paure, degli smarrimenti e delle soluzioni paradossali che mettiamo in atto di fronte alla morte. Unici oggetti di scena: tre nasi rossi e una buffa cassa da morto. Chi ci può condurre attraverso le sabbie mobili di questo argomento se non un clown? Chi può rappresentare le nostre paure senza terrorizzarci? Chi può proporci un sano “memento mori” senza trasformarci tutti in monaci trappisti? Ridere di questi argomenti è necessario, utile, illuminante. Non è forse ridicola fino alle lacrime la nostra stupida pretesa d’immortalità? Ridere e sorridere per infondere alla nostra esperienza di vita e di morte una leggerezza densa e liberatrice. Infine: ridere perché l’opera artistica possa, di fronte alla morte, balbettare senza vergogna.
Dall’ultima fase della vita si passa venerdì 7 febbraio alle ore 21.00 a quella della nascita con Nati in casa, Premio della Critica dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro nel 2005.
Una storia tutta al femminile, storia di una dedizione costante e quasi sommessa che dura una vita e che non si risolve mai in un unico eroico gesto ma che rivoluziona il mondo dal di dentro, piano piano. Si nasceva in casa, una volta. Nei paesi c’era una donna che faceva partorire le donne. La “comare”, la chiamavano, era la levatrice, l’ostetrica insomma. Nati in casa racconta la storia di una donna che fu levatrice in un paese di provincia di un nord-est italiano ancora rurale. Le vicende descritte non si trovano nei libri di storia ma nel ricordo delle persone: memorie di fatti eccezionali solo per chi li vive. Sono state raccolte attraverso tante interviste e poi ridisegnate tracciando linee semplici tra un aneddoto e l’altro. Eventi straordinari di vita quotidiana. O eventi quotidiani di una vita straordinaria. Come nascere: Prima la testa, poi le spalle….. e sei nato. E attraverso la memoria, si passa a un’analisi della maternità nel presente: modi, tempi, luoghi, figure professionali e protagonisti reali.
Si nasce negli ospedali, oggi, assistiti da diverse figure professionali secondo precisi protocolli medici che mentre ci assicurano di poter far fronte ad ogni possibile complicanza, ci fanno scordare che la nascita non è una malattia ma una spontanea e straordinaria funzione del nostro corpo.
La Monografia di scena si chiude sabato 8 febbraio alle ore 21.00 con La fabbrica dei preti, l’ultimo lavoro di indagine e scrittura di Giuliana Musso.
Lo sguardo stavolta si posa su storie di uomini, a cui l’attrice presta corpo e voce. Uno spettacolo che intreccia tre diverse forme di racconto: un reportage della vita nei seminari declamato dal “pulpito” (ispirato al racconto di Don Bellina), la proiezione di tre album fotografici e la testimonianza vibrante di tre personaggi (un timido ex-prete, un ironico prete anticlericale ed un prete poeta\operaio). In apertura un prologo che ci ricorda cosa è stato il Concilio Vaticano II (1962-1965). Sul palco una serie di schermi di proiezione degli anni ’60 e alcuni abiti appesi: una tonaca, un vestito da sposo, un clergyman, una tuta da operaio. I tre personaggi interpretati da Giuliana sono uomini anziani che si raccontano con franchezza: la giovinezza in un seminario, i tabù, le regole, le gerarchie, e poi l’impatto col mondo e col mondo delle donne, le frustrazioni ma anche la ricerca e la scoperta di una personale forma di felicità umana. Lo sfondo di ogni racconto è quella stessa cultura cattolica che ha generato il nostro senso etico e morale e con esso anche tutte le contraddizioni e le rigidità che avvertiamo nei nostri atteggiamenti, nei modelli di ruolo e di genere, nei comportamenti affettivi e sessuali. Lo spettacolo, mentre racconta la storia di questi ex-ragazzi, ex-seminaristi, ci racconta di noi, delle nostre buffe ipocrisie, paure, fragilità… e della bellezza dell’essere umano. E così mentre ridiamo di loro, ridiamo di noi stessi e mentre ci commuoviamo per le loro solitudini possiamo, forse, consolare le nostre.
Al Teatro Cantiere Florida, venerdì 7 febbraio alle ore ore 22.30
SECONDA VISIONE 5 | Agli estremi della vita, dal racconto teatrale alla realtà
A conclusione dello spettacolo Nati in casa, dopo una breve pausa, Giuliana Musso, la Dr.ssa Elisabetta Betti (Hospice San Giovanni di Dio) e la Dr.ssa Rita Breschi (Centro Nascita Margherita – AOU Careggi) interverranno sulle opportunità che offre il territorio fiorentino in merito alle pratiche di cura e accompagnamento alla nascita e al fine vita e sulla funzione che il teatro può svolgere in questi contesti. Interviene e coordina Gherardo Vitali Rosati.
Biglietti: 15/12 €
Maggiori informazioni: www.teatroflorida.it