
Da venerdì 28 a domenica 30 marzo, arriva al Teatro Fabbricone di Prato, in esclusiva per la Toscana, reduce dalla Francia (Parigi e Toulouse), l’ultimo spettacolo di Pippo Delbono: Orchidee.
Leggi la recensione dello spettacolo.
In Orchidee Pippo Delbono viaggia nelle diverse dimensioni dello spazio teatrale, trascina nella sua danza imprevedibile i fantasmi del cinema, guida i suoi attori attraverso gli specchi. Omaggi alle immagini. Nel suo nuovo spettacolo, Delbono mette in scena il falso di fronte al vero, oppone i codici della finzione cinematografica all’arte dello spettacolo dal vivo, alla verità dell’azione teatrale in scena. A Pippo Delbono piace rompere le barriere. Vuole invitare, come un ‘terrorista della cultura’ a una festa che infiamma, rendere omaggio ai vivi e alla verità delle cose, alla bellezza luminosa degli esseri sempre in preda alla luce oscura della luna.
Inventore di immagini forti, spazi, ritmi, Delbono compone e dirige la sua compagnia, la sua famiglia per ricostruire il mondo. Nei suoi spettacoli, scandali, folgori, visioni. Colori, voci, scoppi.
Il mondo come rappresentazione, le sue meraviglie, le violenze, i corsi e ricorsi della storia. Enfant terribile, spirito libero della scena internazionale, Delbono crea dei mondi fantasmagorici. Si impossessa della scena con la sua compagnia, le sue creature, la sua banda di illuminati. Cantori, danzatori, attori di altri mondi che insieme inventano una celebrazione delle forze della vita per un teatro necessario.
Uno spettacolo che evoca episodi di vita vissuta diventandone una sorta di sintesi, aprendo le porte agli spettatori che Delbono sa scioccare ed emozionare.
“Ancora posso scrivere d’amore” scriveva il poeta Dario Bellezza, grande amico di Pier Paolo Pasolini morto ucciso dall’Aids.
L’orchidea è il fiore più bello ma anche il più malvagio, mi diceva una mia amica, perché non riconosci quello che è vero da quello che è finto.
Come questo nostro tempo.
In Orchidee c’è, come in tutti i miei spettacoli, il tentativo di fermare un tempo che sto attraversando. Un tempo mio, della mia compagnia, le persone che lavorano ormai da molti anni con me, ma anche un tempo che stiamo attraversando e vivendo oggi tutti noi. Italiani, europei, occidentali, cittadini del mondo.
Un tempo confuso dove mi sento, ci sentiamo, in tanti, credo, sperduti…
Con la sensazione di aver perduto qualcosa. Per sempre. Forse la fede politica, rivoluzionaria, umana, spirituale.
Orchidee nasce anche da un grande vuoto che mi ha lasciato mia madre quando è partita per sempre. Mia madre che dopo i conflitti, le separazioni, avevo rincontrato per ridiventare amici. Io, un po’ più grande un po’ più saggio, lei vecchia ritornata un po’ più bambina.
E così il vuoto. Il sentirsi non più figlio di nessuno. Il vuoto dell’amore.
Ma Orchidee nasce anche da tanti vuoti da tanti abbandoni.
Il vuoto che viviamo nella cultura, nell’essere artisti perduti. Il teatro che spesso sento un luogo diventato troppo polveroso, finto, morto. La menzogna accettata, della rappresentazione teatrale.
Ma Orchidee parla anche del bisogno vitale di riempire quel vuoto.
Parla del bisogno di ricercare ancora, altre madri, altri padri, altra vita, altre storie.
E poi stranamente le parole “importanti” del teatro che volevo abbandonare mi sono ritornate addosso e hanno ritrovato un loro senso nuovo, incastrate con la mia vita.
E anche la mia vita forse è diventata con quelle parole, la vita di tanti altri.
Credo che Orchidee rappresenta per me quel bisogno vitale, incontenibile, di continuare ancora nonostante tutto a scrivere, a parlare dell’amore.
Pippo Delbono
Incontri trasversali
Sabato 29 marzo dopo lo spettacolo, al Fabbricone
Incontro con la compagnia
modera Gherardo Vitali Rosati, giornalista e critico teatrale
ingresso libero
Sabato 29 marzo ore 17.00
Ridotto del Teatro Metastasio
proiezione del film
SANGUE
di Pippo Delbono
ingresso gratuito
Biglietti: da 17 a 7 euro
Maggiori informazioni: www.metastasio.net