L’Educazione siberiana di Lilin sul palco del Teatro delle Passioni di Modena

Da martedì 18 a domenica 23 febbraio il palcoscenico del Teatro delle Passioni di Modena ospiterà Educazione siberiana di Nicolai Lilin e Giuseppe Miale di Mauro tratto dall’omonimo romanzo che ha segnato l’esordio letterario dello stesso Nicolai Lilin, reso poi celebre dalla riduzione cinematografica di Gabriele Salvatores e interpretata da John Malkovich. Sulla scena troviamo Luigi Diberti e Elsa Bossi, Ivan Castiglione, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Stefano Meglio, Adriano Pantaleo, Andrea Vellotti diretti da Giuseppe Miale di Mauro.

Sullo sfondo della fine dell’impero sovietico e di una società che sta per cambiare in modo irreversibile si muove la storia di due fratelli molto diversi tra loro: da un lato c’è Boris, il giusto, legato agli insegnamenti della tradizione siberiana che porta rispetto per gli anziani e si forza di somigliare in tutto a loro; dall’altro lato c’è Yuri, il ribelle, pronto ad infrangere ogni regola pur di inseguire il sogno americano e a tradire la sua stessa famiglia per denaro.

Fra i due si colloca Nonno Kuzja, portavoce della tradizione dei ‘criminali onesti’ che cerca di far sopravvivere nel delirio del consumismo occidentale che sta invadendo il suo mondo. Il conflitto, l’opposizione che scaturirà fra Boris e Yuri è sì volto a ritrarre il periodo post sovietico ma si fa anche metafora dei conflitti della società e del genere umano intero, come afferma lo stesso Giuseppe Miale Di Mauro: “ All’epoca della fine dell’URSS gli effetti collaterali di quell’evento, i fattori politico-sociali, hanno generato il caos nel popolo stremato dalla dittatura e affamato di libertà. Ed è proprio la percezione distorta della libertà che ha spinto le persone verso atti estremi, fino ad arrivare al drammatico degrado delle anime.

Educazione siberiana

Educazione Siberiana è una grande tragedia moderna. Una storia di sentimenti forti: l’amore, l’amicizia, l’odio, il tradimento, i sogni. È la caduta degli ultimi testimoni di una cultura che sta scomparendo e l’ascesa dei nuovi padroni di una società alla deriva. E nel mezzo c’è la guerra. Una comunità, quella degli Urka Siberiani, criminali che si definiscono onesti e combattono il potere comunista.

Simbolicamente ho stretto la comunità intorno ad un semplice ambiente familiare, costringendola a convivere con l’invadente presenza di un muro che ricorda quello di Berlino, e che proprio come quello, delimita una linea di confine. Oltre quel muro c’è la vita che i vecchi criminali detestano e alcuni giovani ambiscono.

Quello che colpisce di questi criminali onesti è il loro sentimento anarchico, la loro voglia di libertà, il loro legame con la vita e la morte, che a prescindere dal giudizio personale, non si può non sentire vicino. Ecco, è da qui che sono partito per raccontare una storia apparentemente lontana da noi, ma così vicina nei sentimenti primordiali dell’essenza umana”.

Biglietti: € 12 / 8,50

Maggiori informazioni: www.emiliaromagnateatro.com

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