
[rating=3] Quando si pensa a Il Barbiere di Siviglia la mente corre subito a Figaro e alla celebre aria che lo vede protagonista: difficilmente infatti qualcuno accostarebbe una delle più celebri opere liriche di Gioacchino Rossini al teatro moderno né tantomeno al rock dei Depeche Mode e dintorni. A tentare l’ardito accostamento sono Quelli di Grock, in scena con Il Barbiere di Siviglia – Opera Rock al Teatro Leonardo di Milano fino al 31 gennaio.
La storia vede come protagonista il Conte d’Almaviva, innamorato della bella Rosina, una ragazza che vive con il suo anziano tutore, il perfido don Bartolo, a sua volta fermamente intenzionato a sposarla, anche contro la volontà della giovane. Per il Conte, dunque, la situazione non è delle più semplici e necessiterà dell’aiuto del simpatico Figaro, il factotum della città, per poter coronare il suo sogno d’amore.
Se la vicenda è ben nota al grande pubblico, meno prevedibile è la messa in scena orchestrata da Susanna Baccari e Claudio Orlandini, che puntano tutto su una scenografia essenziale composta da poche suppellettili su uno sfondo totalmente nero. Ed è in questo contesto che si muovono senza mai fermarsi i sei giovani protagonisti, caratteristica questa che garantisce allo spettacolo lo giusto ritmo e per cui va tributato un plauso al cast che si concede con generosità, senza mai trasmettere stanchezza o affanno.
Convince però meno tutto il resto, a partire dalle musiche che, considerato l’impegnativo sottotitolo, dovrebbero essere il piatto forte dello spettacolo e invece fanno solo da dimenticabile comparsa rispetto al parlato. Altra nota stonata è il continuo passaggio di testimone tra Paola Galassi, Isabella Perego e Lidia Piraino per il ruolo di Rosina: un passaggio talmente frenetico, sopratuttto durante il primo tempo, da rendere non chiaro il procedere della narrazione, considerata anche la diversa caratterizzazione che le tre attrici danno al personaggio. Da questo punto di vista di sicuro risultano meglio definiti i personaggi maschili portati in scena da Fabrizio Bianchi, Matteo De Blasio e Daniele Turconi, che regalano al pubblico in sala una buona interpretazione del Conte d’Almaviva, di Figaro, ma soprattutto di don Bartolo che può contare anche su un costume azzeccatissimo.
Insomma, un plauso va sicuramente all’originale idea di portare a teatro un classico della lirica ma, visti i precedenti, da Quelli di Grock era lecito aspettarsi qualcosa di più.