Tosca di Giacomo Puccini

Dal 15 al 29 ottobre dieci repliche per Tosca con due direttori d’Orchestra sul podio

Da martedì 15 a martedì 29 ottobre è di scena al Teatro Regio di Torino Tosca di Giacomo Puccini per la regia di Mario Pontiggia. Nelle dieci recite, che si alternano con I pescatori di perle di Bizet, dal 15 al 19 sale sul podio il giovanissimo e talentuoso Lorenzo Passerini mentre sarà Daniel Oren a guidare l’Orchestra per le restanti sei recite dal 22 al 29 ottobre. Oren vanta un rapporto particolare con il repertorio pucciniano, da annoverare una tra tutte la sua presenza sul podio in occasione del centenario de La Bohème (1996), protagonisti Mirella Freni e Luciano Pavarotti.

Puccini, sul finire dell’Ottocento, folgorato dal dramma di Victorien Sardou interpretato da Sara Bernhardt, riuscì a convincere il suo editore Giulio Ricordi ad affidargli la composizione dell’opera. Fu così che Tosca andò in scena la prima volta il 14 gennaio del 1900 e, nonostante il fiasco iniziale così come fu per la Bohème quattro anni prima, nei mesi a seguire registrò il tutto esaurito alla Scala di Milano, a Buenos Aires, al Covent Garden di Londra.

La drammaticità del soggetto e la modernità dell’intreccio furono indubbiamente le ragioni del suo successo. Durante la lavorazione al progetto scrisse così Puccini a Giacosa, librettista dell’opera insieme a Illica: “Con la Bohème volevamo far scorrere le lacrime; con Tosca vogliamo esacerbare il senso di giustizia dell’uomo e farglielo sentire nei nervi. Finora siamo stati teneri, da ora saremo crudeli.”

In un’azione essenziale, merito della concisione del librettisti che asciugarono la prolissità del testo originale di Sardou, si consumano gelosia, torture, tentato stupro, omicidio, pena capitale e suicidio in una Roma papalina di inizio Ottocento, teatro di guerra fra borbonici e bonapartisti. Il ritmo serrato, la scenografia urbana ben definita e la durata limitata, perché la storia si risolve nell’arco di ventiquattr’ore, fanno di Tosca un’opera quasi cinematografica.

Fedele a quel realismo che Puccini aveva tanto cercato per rendere autentica e verosimile la ricostruzione storica, è la scenografia curata da Francesco Zito il cui grandioso allestimento proietta lo spettatore nello spazio opulento ma soffocante delle istituzioni: la cupola di Sant’Andrea della Valle tagliata prospetticamente, i ridondanti e grevi arredi di Palazzo Farnese, covo del malvagio Scarpia, alcova e camera di tortura insieme e la terrazza di Castel Sant’Angelo, dove si consuma il tragico epilogo in cui lo stemma papale domina la scena.

Il soprano drammatico Anna Pirozzi incarna alla perfezione il temperamento focoso e la personalità complessa di questa eroina tragica esprimendone tutte le sfumature: Tosca è ardente e gelosa, pudica e magnanima, omicida e suicida. La Pirozzi sa dosare le giuste dosi di grazia e leggerezza nell’aria Non la sospiri, di languida tenerezza in Quanto hai penato anima mia! e nella sequenza drammatica di più alta intensità emotiva, Vissi d’arte, tira fuori tutto il doloroso sentimento della protagonista, dimostrando una solidissima preparazione tecnica. E la modernità di Puccini risiede anche in questo: saper creare personaggi meno piatti ma sfaccettati e ricchi di dinamiche interiori.

Il tenero e impetuoso Mario Cavaradossi è interpretato dal tenore Marcelo Álvarez che con il suo timbro limpido e vellutato riesce ad ammantare della giusta malinconia le celeberrime arie del primo e del terzo atto Recondita armonia e Lucevan le stelle.

Nei panni dell’abietto Vitellio Scarpia il noto baritono pavese Ambrogio Maestri che ha portato sui palcoscenici di tutto il mondo, dà la giusta caratterizzazione al malvagio barone senza sfociare nella grossolana caricatura in cui può incorrere questo personaggio, considerate le esclamazioni giocate su un facile cinismo e i recitativi quasi sempre sforzati.

Il coro, di forte impatto emotivo nel Te Deum, è ben istruito da Andrea Secchi.

Nel corso delle dieci recite, dal 15 al 29 ottobre, nei ruoli principali si alterneranno: Davinia Rodríguez (Tosca), Jonathan Tetelman (Cavaradossi) e Gevorg Hakobyan (Scarpia). Completano il cast: Roberto Abbondanza (il sagrestano), Bruno Lazzaretti (Spoletta), Romano Dal Zovo (Angelotti), Gabriel Alexander Wernick (Sciarrone), Giuseppe Capoferri ed Enrico Bava (un carceriere).