
Pisa. Nell’ottocentesco Teatro Verdi è andata in scena CANDIDE operetta comica in due atti sulle musiche dell’eclettico Leonard Bernstein, presentata da L.T.L. OperaStudio, d’esperienza ormai novennale, che prevede una collaborazione tra i tre teatri lirici di Lucca, Livorno e Pisa.
Per quest’occasione la coproduzione ha oltrepassato i confini regionali e nazionali attraverso il sodalizio con l’Alighieri di Ravenna e il Wielki di Poznan, la regia di Michal Znaniecki e la presenza di cantanti scelti dopo circa duecento audizioni effettuate tra Italia e Polonia. Si tratta di una scelta impegnativa, come emerge dalle stesse parole di Claudio Proietti, coordinatore del progetto: «Candide è l’opera più difficile che abbiamo mai affrontato».
Candide è infatti un’opera a numeri chiusi, che presenta un pirotecnico impianto di 18 scene e ben 21 cambi scena, resi sapientemente dalla regia, che narrano in modo vorticoso le tragi-comiche disavventure del puro Candide, protagonista dell’omonima opera di Voltaire, tesa a dimostrare in modo sarcastico le ottimistiche teorie di Leibniz. Bernstein ha interpretato musicalmente l’opera volterriana dando vita ad un virtuosistico tour de force compositivo, presentando l’opera, ineffabile per eccellenza per le molteplici definizioni di operetta e musical, uno dei più amari commenti all’ipocrisia con cui la cattiva coscienza del mondo si rappresenta, cercando perennemente di nascondere quella che è invece l’autentica natura delle azioni dell’uomo.
Dopo numerosi cambiamenti, Bernstein giunse alla storica edizione del 1989 sui testi di Richard Wilbur, dove emergono caratteri strettamente personali, dalle radici americane alla sofferenze del mondo ebraico del dopoguerra (nelle numerose melodie ebraiche che trapelano nell’opera), dalle restrizioni inquisitorie dei governi americani degli anni Cinquanta fino alla restaurazione della libertà in Europa nel 1989: si pensi all’Auto-da-fé, che lega in modo raccapricciante l’ormai famoso fenomeno degli anni ’50 del maccartismo all’Inquisizione spagnola. Bernstein ricorre spesso alla parodia, legata a numerose citazioni di repertorio lirico e vocale, alle quali si accosta con un omaggio scherzoso o talvolta con una netta presa di distanza emotiva, il tutto unito ad un sapiente uso dell’ironia e del comico.
Opera dunque già molto moderna, resa ancor più attuale dalle scene di Luigi Scoglio, che ambienta la vicenda nella stazione “Voltaire” della metropolitana parigina, dove si radunano in attesa del treno numerose persone, perse a osservare l’inconsistente mondo rappresentato dalle pubblicità. E’ questa realtà fittizia che crea desideri irrealizzabili, portando anche al suicidio. Ma è qui che interviene Voltaire/Narratore nella profonda voce di Tommaso Cavallo che inizia a narrare il mondo perfetto di Candide, e la scena si apre su un ricchissimo mondo fashion e design.
Inizia così l’azione, che si snoda attraverso lo scorrere di treni e nuove stazioni, tra perenni insoddisfazioni di personaggi intrappolati nell’effimero fascino distruttivo dell’Eldorado dei nostri giorni, fatta di casinò, vincite, lotterie, quiz televisivi, vizi mastodontici che schiacciano chi li venera. Tutti i personaggi resteranno immutati nei loro errori, tra consumismo, narcisismo e leggerezza; solo Candide imparerà ad accontentarsi e a tentare la sopravvivenza in quello che è un mondo tanto corrotto perché: «Non siamo puri, né saggi, né buoni; faremo del nostro meglio. Costruiremo la nostra casa, taglieremo il nostro bosco, e coltiveremo il nostro giardino».
Altrimenti non ci resterebbe che il suicidio, un immenso suicidio di massa sotto un treno della metropolitana.
Grande l’impegno dei giovani interpreti nella replica del 21 marzo: Wojciech Sokolnicki nei panni di un vitale Candide in maglietta e jeans, Aleksandra Kubas in una Cunegonde che ha dato il meglio di sé nella splendida aria “Glitter and be gay”, Nejat Isik Belen in Pangloss/Martin/Cacambo, Ozge Kalelioglu nell’Old Lady, Sylwester Targosz in Governor/Vanderdendur/Ragotski, Agnieszka Świerczyńska Paquette, Giuseppe Di Paola Maximilian – Captain Maciej, Alberto Zanetti Inquisitor – Tzar Ivan, Ignazio Nurra Junkmann – Achemist – Bear keeper – Cosmetic merchant – Croupier – Doctor – Stanislaus, Christian Moschettino Inquisitor – Charles Edwards – Sultan Achmet – Crook, Michele Pierleoni Inquisitor – Hermann Augustus.
Efficiente l’esecuzione dell’Orchestra della Toscana, diretta dal , che fin dal suo ingresso ci ha regalato una brillante ouverture ed una corretta esecuzione complessiva.
Pubblico soddisfatto e riflessivo.