
Edito da Ponte alle Grazie
Sono davvero molteplici e contorti i meccanismi con cui gli esseri umani si creano dei problemi, lo psicologo e psicoterapeuta Giorgio Nardone le chiama psicotrappole, sulle quali ha scritto l’omonimo libro.
C’è una tendenza distruttiva insita nell’uomo, che porta inevitabilmente alla costruzione di circoli viziosi di cui siamo artefici e vittime allo stesso tempo. Questa tendenza, si scontra incontra con il meccanismo di sopravvivenza, insomma, facciamo tutto da soli, o quasi.
“I casi più difficili da trattare” – spiega Nardone – “riguardano persone eccezionalmente dotate”. “Beata ignoranza” verrebbe da dire. Eppure, più o meno intelligenti, tutti costruiamo le nostre trappole, con i nostri “me lo sento” scatenando la profezia che si autoavvera, o con le nostre aspettative che vengono deluse per incapacità di assumere diversi punti di vista.
Persone che fanno fede a una ferrea coerenza minando il principio di adattamento, altre che tendono alla conoscenza assoluta, a questo proposito l’autore ricorda l’assunto di Pascal “Gli uomini vedono nella materia un ordine che loro vi hanno messo”. La necessità continua di voler controllare tutto si traduce nell’esatto contrario, ossia la perdita di controllo. Questa specularità si rispecchia in pena e cura, le psicosoluzioni che corrispondono alle psicotrappole, infatti, riguardano spesso l’esatto contrario del mero tentativo di annullamento della trappola stessa. Nardone suggerisce l’esaltazione della fobia che evocandola viene affrontata, “La paura guardata in faccia si trasforma in coraggio”.
Spesso si tende a evitare un problema facendo finta di poterci convivere o di gestirlo, in realtà il far finta che non esista non fa che rafforzarne l’esistenza, confermando la nostra incapacità di risolverlo.
Psicotrappole è un saggio illuminante alla portata di tutti. Se tu hai creato la psicotrappola, tu la distruggi.
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