
[rating=5] Colori, provocazioni, emozioni, eventi. Artefiera, la kermesse dell’arte contemporanea a Bologna, ogni anno è un’occasione imperdibile per gli amanti del genere e anche per i curiosi e neofiti. 172 gallerie d’arte, ognuna con le proprie idee e creazioni, circa 2.000 opere esposte per 1.500 artisti, 47.500 presenze quest’anno (+15% rispetto al 2013) senza contare l’indotto, cioè tutte le manifestazioni, mostre ed eventi collegati in giro per Bologna, come musei aperti, installazioni e provocazioni per le piazze di Bologna. Una vera boccata di cultura, preziosa come l’aria.
Artefiera è un po’ come un immenso contenitore, che una volta scoperchiato lascia vedere forme geometriche, dispositivi meccanici ingegnosi, linee e curve, scatole nere misteriose ma piene di sorprese, come nell’opera di Vincenzo Ferrari.
La mostra è suddivisa in due: da una parte le gallerie che propongono e vendono opere d’arte, dall’altra gli artisti che promuovono le proprie opere liberamente. Ovviamente nella prima si possono vedere capolavori minori ma di artisti di tutto rispetto: Balla, Fontana, De Chirico, Pomodoro, solo per citare i più famosi che si ripetono insistentemente ad ogni angolo, forse perché i più “vendibili”. Girellando per le gallerie si nota molto fermento ma anche stress: in 3 o 4 casi si assiste a vere e proprie discussioni su chi ha ritirato e non ha pagato l’opera d’arte o chi voleva fregare chi. Il mondo dell’arte, dietro la sua patina di purezza ed estetica, è anch’essa “terrena” e punta al solo guadagno?! Non manca la gentilezza e cordialità, le belle ragazze della fiera e le “occasioni”, come sembra la statuetta in bronzo di De Chirico alta circa 25÷30 cm raffigurante uno dei suoi famosi uomini-manichino a 25.000€, ma anche il folklore, specie nelle persone: si va dal cappello texano di un signore vestito di tutto punto, per passare all’appariscente pelliccia corta, spalancata sul davanti, che lascia intravedere infinite collanine d’oro di un ragazzo sulla 30ina, passando per il tailleur bianco con colpi di vernice colorata di una signora, vera opera d’arte nella mostra d’arte.
Una volta esaurite le tantissime gallerie ci dirigiamo nella parte più “libera”, contenente opere di sconosciuti al grande pubblico ma non per questo meno interessanti. Come in tutte le mostre d’arte contemporanea che si rispettino, si oscilla spesso dal “questo lo riuscivo a fare anch’io” allo stupore per opere intelligenti ed elaborate. A patto di sacrificare il desiderio di capire ed interpretare tutto ciò che vediamo, si può lasciarsi trasportare dai colori, dalle forme, dallo stupore e dalle emozioni che nascono davanti ad ogni opera. Si va dagli uomini appesi al muro alle statue di chewing gum colorati, all’uomo fatto di terra, pece, insetti ed escrementi, a ricordarci il passo del vangelo “cenere alla cenere, polvere alla polvere”.
I molti quadri astratti, ma al contempo emozionanti, talvolta lasciano il posto ad opere più figurative, come quelle ricavate da pezzi di ferro di varia natura opportunamente modellati a creare statue imponenti, o ad alcune istallazioni tecnologiche, dove il magnetismo e il moto vorticoso del vapore diventa bello ed interessante da vedere.
L’unico rammarico di una manifestazione così ben riuscita è che duri soltanto un weekend, quando potrebbe allietarci almeno per una settimana, dando la possibilità, a chi vuole, di godersi anche le tantissime iniziative locali sparse per tutta Bologna.