
[rating=3] Il Museo Marmottan-Monet a Parigi, vicino al Bois de Boulogne, possiede dal 1940 una collezione di opere di Monet e propone fino al 18 gennaio 2015 lo speciale sul quadro Impression, soleil levant (“Impressione, sole nascente”).
L’opera, celebre nel mondo intero in quanto fondatrice del movimento impressionista, presenta ancora numerose incertezze: dove è stata dipinta precisamente? Vi è raffigurato il momento dell’alba o del tramonto? A che data risale?
È stato necessario prima di tutto ricostruire con l’aiuto dei catasti e degli archivi la configurazione del porto di Le Havre, distrutto durante la seconda Guerra Mondiale, per comprendere che il pittore si trovava all’Hôtel de l’Amirauté. Dalla sua camera, guardava l’Écluse des Transatlantiques, che si vede aperta sul quadro orientata verso sud-est – un aiuto indispensabile per determinare la marea e dunque la data di esecuzione – e al disotto della quale compare il sole: si tratta perciò di un sole levante.
Uno studio scientifico, condotto da un astrofisico dell’Università del Texas, incrociando dati topografici, meteorologici, astronomici e di maree (Almanach) ha permesso di stabilire che il quadro fu probabilmente dipinto il 25 gennaio 1873 o il 13 novembre 1872, suggellando anni di discussioni attorno alla data di creazione dell’opera- che Monet aveva datato, nella parte bassa della tela, 1872. “Impression, soleil levant” fu presentato per la prima volta il 15 aprile 1874 nello studio del fotografo Nadar, presso il Boulevard des Capucines, a qualche dozzina di metri dalla futura Opéra di Parigi, il Palazzo Garnier, inaugurato un anno più tardi.
È in questo studio che Monet, Pissarro, Ernest Renoir, Sisley e Degas fondano la Società anonima cooperativa degli artisti pittori. All’epoca non sono ancora “impressionisti” ma vogliono dipingere usando il loro sentimento e la loro emozione, e non più soltanto con la loro memoria, in rottura con la scuola “classica” della rappresentazione della realtà. Con il rischio di provocare uno scandalo.
Il neologismo “impressionista” è un’invenzione del giornalista Louis Leroy sul giornale satirico Le Charivari, quando scrive in un articolo divenuto celebre: “Cosa rappresenta questa tela? Un’impressione! Mi dicevo che dal momento che sono impressionato ci deve essere dell’impressione là dentro”.
Accanto al quadro, l’esposizione mette in mostra il suo corrispettivo notturno “Le port du Havre, effet de nuit” (“Il porto di Le Havre di notte”), insieme alle fonti da cui trasse ispirazione l’artista, comprese le vedute di Le havre di Eugène Boudin e dei tramonti del pittore olandese Jongkind.
Nelle collezioni permanenti del piano interrato del museo, protette dalla luce del giorno, si trovano un centinaio di opere di Monet, tra le quali numerose Ninfee. Tra di esse si nasconde un’opera meno conosciuta, ma almeno altrettanto fantasmagorica: “Le pont de Dolceacqua”, un piccolo comune della Liguria situato a una ventina di chilometri dalla frontiera franco-italiana. Il ponte in pietra del XV secolo, ad un solo arco, attraversa il fiume Nierva che dà il nome alla valle. Monet lo descrive come un “gioiello di leggerezza” e lo dipinge nel 1884, 12 anni dopo la nascita ufficiale dell’impressionismo. Una piccola meraviglia da non dimenticare.
Traduzione di Jessica Russotto