
La locandina scelta da Arturo Brachetti è emblematica, così come il titolo Solo, la sua testa da dove spunta la stessa testa, una matrioska sorridente e inconfondibile, un quadro surrealista, le assi del palcoscenico, il cielo come sfondo e sospeso Arturo al quadrato.
‘Solo’ il nuovo one man show di Arturo Brechetti in scena al Palapartenope di Napoli dal 17 al 19 Febbraio da Novembre gira l’Italia e lo farà fino a fine stagione per poi programmare date all’estero. Brachetti è uno dei pochi artisti italiani di livello internazionale, con una solida notorietà al di fuori del nostro Paese. Ha cominciato e acquisito popolarità in Francia, si è esibito ai quattro angoli del pianeta, in diverse lingue e in centinaia di teatri. E’ il gran maestro del quick change, quel trasformismo reinterpretato in chiave moderna per cui figura nel Guinness dei Primati, sa unire Teatro di figura, circo contemporaneo, giocoleria, acrobatica, sand painting e giochi d’ombre.
Questo spettacolo è un ritorno alle origini, al tempo dell’infanzia, ai ricordi, è solo, anche se viene accompagnato dal cameraman/servo di scena Kevin Michael Moore (performer già presente nelle sue precedenti produzioni). Sul palco spunta da una scatola il modello di una casa, un plastico, ma per fortuna non ci conduce al luogo del delitto, ma a “una casa senza luogo e senza tempo – spiega – abitata solo dei miei personaggi, i miei sogni e le mie sorprese, è un luogo magico dove il sopra diventa sotto e le scale scendono per poi salire”.
Brachetti ci introduce nelle stanze di questa casa partendo dal soggiorno, dalla televisione a cui si devono le suggestioni magiche dell’infanzia e da cui appare un giovanissimo mago Silvan. Così si va ritroso per riscoprire i più grandi maghi della Storia dell’Umanità. Il cameraman inquadra i particolari, i mobili, gli oggetti che vengono proiettati enormi sul fondo della scena, il piccolo si fa grande e il grande si fa piccolo, i sogni diventano reali e tangibili, le illusioni verità. Si gioca per contrasti, con gli opposti, lentezza e velocità, vuoto e pieno, la scenografia fisica e il video mapping, le proiezioni che interagiscono con cosa e chi è in scena.
Decine di personaggi irrompono sul palco con forza e personalità raccontando storie e visioni, si avvicendano star della musica e personaggi delle fiabe antiche e recenti, il ciclo della vita, il ciclo delle stagioni in un viaggio immaginifico che strizza sempre l’occhio al Surrealismo.
La forza e il magnetismo di Arturo Brachetti sta nel saper mettere assieme la scenotecnica più avanzata fatta di laser, proiezioni, velatini, luci abbaglianti con arti semplici e delicatissime come quella delle ombre cinesi. Tuttavia a testimonianza del fatto che si può far spettacolo anche con poco, Brachetti gioca per tanto tempo (forse troppo!) con “il cappello del nonno”, un cerchio di stoffa con un buco al centro, o meglio con il “vuoto” da riempire con la fantasia. Perché in un mondo sempre più voyeuristico, dominato dalla dittatura delle immagini a volte è meglio immaginare.
E’ meglio immaginare e lasciarsi sedurre dalla meraviglia: immaginare i modi e i tempi dei repentini cambi, il gioco di teli e stoffe, il lavoro attento di chi dietro le quinte e la scena rende possibile questo florilegio di magie.
All’anagrafe Brachetti ha quasi sessant’anni, ma appare come un eterno Peter Pan, fa i conti con la sua storia e la sua incredibile carriera. Per forza di cose si cita e ripropone i suoi “cavalli di battaglia”, confermando il suo personale modo di fare spettacolo, tuttavia alcuni passaggi sono esattamente gli stessi dell’ultimo spettacolo Brachetti: che sorpresa!
Nota dolente della serata è la scelta della location napoletana (perché non si può parlare di Teatro!), il Palapartenope è una struttura enorme, buona per i concerti e i grandi eventi che diventa dispersiva e fredda in queste occasioni non lasciando apprezzare la mimica e i dettagli.
Solo è uno spettacolo per tutti, pensa ai bambini e al bambino che è in ognuno di noi, ma non manca di ironia e irresistibile cattiveria. Il pubblico apprezza e si fa sentire con calore, Brachetti raccoglie gli applausi e ringrazia con un bis che celebra in forma di sabbia danzante Napoli e la sua ricchezza musicale e artistica.