A teatro “Riccardo e Lucia” commuovono, una storia vera e bella

[rating=5] Che profondità questo lavoro portato a teatro da Teatrificio22! E’ teatro che sa di teatro, non c’è l’inganno di una scenografia sontuosa a nascondere la povertà di tanti lavori allestiti oggi (e spesso) pure nei templi della prosa italiana. Qui c’è davvero la voglia di trasmettere agli spettatori un’emozione, di bagnargli gli occhi e scaldargli il cuore, fermarlo per due ore e narrargli la più poetica delle storie d’amore. Dove a parlare è la vita reale, che per non lasciarla indietro questa bravissima autrice ne ha fatto dono alla platea.

E’ la storia ispirata a Claudia Lerro dal diario di suo nonno Riccardo. Sul palco due soli attori ma di una bravura tale che riempiono da soli la scena. Riccardo e Lucia, uno sguardo di sfuggita, il colpo di fulmine, la giovane da conquistare.  Sullo sfondo il Sud che vede fascisti e partigiani, l’affacciarsi di socialisti e democristiani. Intorno, miseria e morte. Anche il papà di Lucia è stato ucciso. Nella sua macelleria. Un lutto che ha piegato la donna fin da giovanissima sul lavoro togliendole l’opportunità di studiare. Ma a Riccardo interessa poco. Lui ha guardato dentro quegli occhi, per non staccarsene mai più. Pratica e determinata lei, passionale e letterato lui. Un futuro da costruire. Sembra facile a dirsi, se non fosse che Riccardo è di fede socialista e non accetta alcun compromesso. Non intende comprarsi il posto di maestro per lavorare. Piuttosto la fame. Un orgoglio che pagherà economicamente troppo caro. Dove arriveremo un giorno di questo passo? Si domanda. La sua morale è fortissima, Riccardo non cede al ricatto di pagare per avere un lavoro che gli spetta, ciò nonostante la moglie lo invitasse invece a farlo, se non altro per amore dei loro bimbi, da crescere, arriveranno ad averne ben quattro. Ma lui, no, fiero, immobile sulle sue decisioni. Si sente responsabile pure di quale esempio sbagliato darebbe ai propri pargoli accettando quel “posto” offertogli da un politico del tempo, ed a quelle sporche condizioni. Annota tutto in un diario e va avanti, tra poesia, ferme idee, il garofano nel taschino, gli scontri domestici con l’amata Lucia. Preferisce dire addio all’insegnamento piuttosto che accettare la corruzione, ripiegando nell’aprirsi un modesto negozio di detersivi. Costano poco – dice – ed oggi sono alla portata di tutti. Così avviene. Il resto lo vedrete a teatro, non vi svelo nulla se non anticiparvi quanto spesso è crudele il destino. Da Riccardo e Lucia abbiamo tutti da imparare. Direttori e amministratori, richiedete a Teatrificio22 questo capolavoro! Che vada nelle scuole e nelle rassegne estive.

Scritto e diretto da Claudia Lerro con  Ivana Lotito e Pio Stellaccio, aiuto regia Simona Oppedisano
costumi Tiziana Basili, scene Vincenzo Mascoli, disegno luci Michelangelo Vitullo, dal testo originale liberamente ispirato al diario privato di Riccardo Lerro).

Lo spettacolo ha vinto tra l’altro la quinta edizione della Rassegna “Salviamo i talenti – Premio Attilio Corsini”.

Qualche nota sugli attori. Pio Stellaccio, lo abbiamo visto fino a poche sere fa ne “Il Sistema” su Rai 1. Ivana Lotito l’avete già vista in “Gomorra 2 la serie” nel ruolo di Azzurra, un’apparizione nel 2013 in “Don Matteo 9” e nel 2012 Anna in “Squadra Antimafia 2”.

“E’ il teatro che ci piace!”, il commento dell’attrice Veronica Montanino che è stata nella capitale una spettatrice davvero d’eccezione di questo profondo lavoro, in quanto premiata proprio pochi giorni fa, nella rassegna “Pulcinellamente” di Dario Fo, per il suo ruolo nel film  di prossima uscita “Gramigna”.

Ma vediamo, com’è nato allora un successo di scena che piace e costa poco. Ce lo spiega la stessa Claudia Lerro che abbiamo sentito a fine spettacolo a Roma, dove è andato in scena al Teatro dell’Orologio il 16 maggio scorso per la sesta edizione di “Inventaria”, il 21 in cartellone ad Apecchio : “La storia di Riccardo e Lucia è la storia vera dei miei nonni. Ho iniziato a scriverlo il giorno del funerale di mia nonna, quando passando dal corso del mio paese dietro al carro funebre, ho visto i vecchietti alzarsi in piedi e togliersi il cappello per salutare con rispetto la vita di mia nonna. Ho pensato a quante cose abbia perso la mia generazione ed ho voluto scrivere uno spettacolo che parlasse anche di questo: dell’amore, del “credo”, della forza di crederci insieme… che ormai sono sempre più rare”.

Le domandiamo infine dove le piacerebbe portare “Riccardo e Lucia”: “vorrei tanto rappresentarlo a Pagani (provincia di Salerno) questo spettacolo, terrei molto di riportare mio nonno nella sua terra natia”.

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