Limoni alla quinta, l’amore in 140 parole secondo Sam Steiner

Alessandro Tedeschi firma la regia del geniale Lemons Lemons Lemons Lemons Lemons

Elisa Benedetta Marinoni e Loris Fabiani

Cosa fareste se una stramba “legge del silenzio” imponesse un limite d’uso giornaliero di sole 140 parole? E’ quello che accade alla coppia Bernadette e Oliver, giovani innamorati che vivono in un futuristico (si spera non futuribile) mondo orwelliano dove LORO, l’oligarchia dei potenti privilegiati decide il destino della quotidianità della parola degli ALTRI. Al popolo popolino neppure più borghese spetta un serbatoio lessicale di poco più di un centinaio di lemmi al giorno. L’estroverso musicista Oliver rigetta da subito l’imbavagliamento e non esita a partecipare ostinato ad ogni tipo di manifestazione contraria alla ridicola imposizione, mentre la compagna, la pacata Bernadette, continua la sua carriera da avvocato, per lui troppo poco coinvolta in quel necessario osteggiamento. Il pubblico assiste dunque alla vita della coppia che si prepara all’eventualità di quel cambiamento, cercando di studiare “piccoli trucchi” per ovviare a quel troppo breve limite linguistico, ingegnando improbabili crasi di frasemi, appiccicando pronomi e mozzando le parole. “Amoti” invece di “ti amo”, “uomeno” invece di “più o meno”, tutto alla famelica rincorsa al risparmio sintattico, per avere più parole possibili da dedicare all’amore. Ma quante parole servono davvero? 35, 12, 6, ogni giorno il risparmio si fa più sottile e i silenzi imposti strisciano pericolosi fra le pareti della relazione che inizia a scricchiolare.

Rieccoli allora quei trucchetti necessari alla sopravvivenza del sentimento: gli sguardi, il codice morse, o forse solo tenersi per mano cantando muti. Geniale pezzo di teatro di Sam Steiner portato in scena con la regia di Alessandro Tedeschi al Teatro Belli di Roma dal 14 al 16 Novembre per il ciclo TREND Nuove Frontiere della Scena Britannica, bravissimi i due protagonisti Loris Fabiani ed Elisa Benedetta Marinoni che danno vita a questa coppia modernissima, comune e straordinaria al tempo stesso, calibrata la regia su un adattamento più che azzeccato. Insomma davvero una pièce godibilissima che fa riflettere facendoci sorridere, perché in fondo ciò che conta non sono le parole, ma il significato che siamo disposti a dargli e allora limoni limoni limoni limoni limoni, oppure fenicotteri, gelatina, orso polare e chi più ne ha più ne metta, che si sprechino pure tutte queste perle saussuriane, dopotutto comunicare davvero è tutta un’altra storia.